L'intervista a Nicola Carè, di Antonello Torchia per il Quotidiano del Sud
«Bisogna nuovamente alzare la testa e a guardare ai problemi in maniera risolutiva e non con rassegnazione».
È il messaggio che il deputato Nicola Carè lancia ai cittadini calabresi nel corso di un intervista rilasciata al Quotidiano del Sud.
Nato a Guardavalle, da 37 anni vive a Sidney in Australia. L'onorevole Carè è stato eletto nella circoscrizione estero, ripartizione D (Africa, Asia, Oceania e Antartide), nelle liste del Pd alle elezioni politiche del mese di marzo del 2018. Dal 19 settembre 2019 è iscritto al gruppo parlamentare "Italia Viva" avendo aderito al nuovo movimento politico di Matteo Renzi. E tiene a precisare con una punta d'orgoglio: «I calabresi all'estero, conservando un legame sentimentale con la loro terra, sono i migliori ambasciatori per promuovere il made in Calabria».
Matteo Renzi sembrerebbe essere stato il regista, colui il quale ha favorito la formazione del nuovo governo pur mantenendo una posizione defilata. Oggi quale è effettivamente la posizione di Italia Viva all`interno della maggioranza?
«Facciamo parte della maggioranza e la sosteniamo al 100%. Le uniche cose che chiediamo sono: non aumentare le tasse e, soprattutto, un piano di investimenti nazionale. Per quanto riguarda il piano di investimenti Matteo Renzi ha fatto una proposta che è indirizzata su diversi settori: autostrade, linee ferroviarie, scuole e dissesto idrogeologico. Quando, invece, Renzi parla di non aumentare le tasse non intende andare contro il governo, altrimenti non avremmo questa posizione politica all`interno della maggioranza».
Perché Italia Viva ed il distaccamento dal Pd?
«Se uno vive in un partito o in una casa dove ci sono sempre discordie è naturale che cerchi uno spazio nuovo. Così ha fatto Matteo Renzi che ha creato una nuova entità. Una casa per tutte le persone che hanno un`energia diversa e vogliono costruire per il futuro. Una casa dove non ci siano discordie e correnti e si lavori verso un obiettivo preciso, unico. Renzi non ha aperto le porte solo ad una parte dei parlamentari ma a tutta l'Italia, a coloro i quali vogliono partecipare ad un lavoro di squadra. È questo il motivo per il quale Matteo Renzi ha creato questa casa».
Lei è originario di Guardavalle ma vive in Australia. All'estero che idea c'è della Calabria?
«Quando si parla di Calabria all'estero c'è sempre l'idea di una Regione che non riesce a mettersi in corsia o non riesce ad entrare nelle corsie preferenziali per far si che diventi competitiva o attraente non solo per un`economia di ritorno, ma soprattutto per investimenti esteri. Questo accade per vari motivi».
Quali sono?
«L'amministrazione pubblica, e con questa non intendo gli eletti ma la burocrazia che più delle volte eleva un muro percepito come invalicabile per le aziende internazionali. All'estero ci sono parecchie persone, nate in Calabria ed emigrate, che si sono fatte dal nulla e hanno costruito un'attività imprenditoriale diventando un punto di riferimento nel loro settore o nella realtà dove vivono. Queste persone hanno un comune denominatore: la passione e l'amore verso la loro terra. Quando vengono in Calabria e vorrebbero fare qualche cosa di più si trovano di fronte, però, a questo muro invalicabile: la burocrazia».
Altri ostacoli quali possono essere?
«Ho portato in Calabria moltissime delegazioni di operatori economici che operano anche nel settore del turismo. Ma abbiamo riscontrato diverse difficoltà a livello infrastrutturale. Può capitare ad esempio che per arrivare da un punto all'altro della Calabria ci vuole mezz'ora, mentre per percorrere una piccola sezione occorrono due ore. Tutto questo è inconcepibile».
Oltre ai problemi legati alla burocrazia e alle infrastrutture, ci sono altri fattori penalizzanti?
«Altro aspetto non concepibile riguarda l'ospitalità. Non intesa come l'ospitalità delle persone che vivono in Calabria, che sono eccezionali, ma quella nel campo delle strutture ricettive, cioè un servizio da fornire ad un certo livello. Si potrebbe fare molto di più in questo settore. È un problema che si può risolvere perché la Calabria è una terra splendida. Dico sempre che la Calabria è la Nuova Zelanda dell'Europa perché ha un mare eccezionale, una montagna eccezionale e un'accoglienza umana impareggiabile. Si potrebbe fare della Calabria un'eccellenza internazionale e puntare alla riduzione dell'emigrazione giovanile»