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Camillo D`Alessandro: «Polo riformista al centro per mandare a casa Marsilio»

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Intervista al deputato di Italia Viva Camillo D'Alessandro su Il Messaggero Abruzzo

Un «polo riformista, cattolico, liberale, civico e socialista», che parta da Italia Viva, Calenda e +Europa e si apra fino agli elettorati di Forza Italia e Udc, per «mandare a casa il non-presidente Marsilio».

Parla per la prima volta, al Messaggero, Camillo D`Alessandro, il deputato ex Pd oggi leader abruzzese di Italia Viva, la nuova formazione politica di Matteo Renzi. Lo fa irrompendo sulla scena regionale con una proposta destinata a far discutere.

«Partiamo da un dato oggettivo: i sondaggi nazionali già indicano questo polo a oltre il dieci per cento - spiega -. In Abruzzo, per la sua tradizione moderata, ritengo che si possa andare ben oltre questa costruzione, scommettendo sulla creazione di un`alternativa ai due populismi, Lega e Movimento Cinque Stelle».

Una sorta di chiamata che arriva fino al centrodestra, Forza Italia e Udc?

«Forza Italia, oggi, è rappresentata in Regione da due ex missini; l`Udc è stata praticamente buttata fuori durante la campagna elettorale. Io non penso alle sigle, ma al popolo che le votava e ora non lo fa più. Vorrei mettere in campo in Abruzzo una rete, anche con l`espressività propria del mondo civico che vuole garantire un asse centrale riformista e alternativo alle parole in libertà, ai comportamenti sbrigativi, una sorta di polo dei responsabili che hanno un`ambizione, risolvere i problemi».

Anticiperebbe un modello nazionale?

«Lavoro perché l`Abruzzo possa candidarsi a essere un modello che parte dalle formazioni politiche e sia capace di alleare il civismo, con una matrice comune, senza fare un minestrone: riformismo cattolico, liberale, socialista, ma anche tutto il mondo civico dei piccoli comuni e delle grandi città, dove proliferano le liste civiche che poi si esauriscono».

L`appello è anche alla parte del Pd scontenta, che oggi pensa a un nuovo soggetto?

«Nel Pd in generale c`è una componente importante di riformisti che sarà chiamata a breve a scegliere di stare in un altro partito, se dovesse andare in porto il progetto Zingaretti: un nuovo Pd che assomiglierà al Pds che si riteneva di aver superato. In Abruzzo lavoro affinché si trovino sempre intese con il Pd: sono il pontiere dei pontieri, non solo per questioni di affetto e stima, ma perché credo ci sia una classe dirigente preparata. Lavoro al campo largo, una rete dei riformisti alleata con il Pd per insediare una nuova classe dirigente in regione e mandare a casa il non-presidente Marsilio».

Marsilio dice che l`Abruzzo è ripartito dopo quattro anni di nulla.

«L`Abruzzo non ha un presidente. Per esserlo devi prima conoscere la regione, devi avere l`ambizione di viverci e di continuare il cammino. Marsilio è un presidente da vacanze romane in Abruzzo. E venuto qui per insediare Fratelli d`Italia e non per governare l`Abruzzo. Non c`è un titolo di giornale, una delibera di giunta, un atto deliberativo del consiglio che non riguardi fondi e risorse del precedente governo regionale».

Politicamente come giudica le fibrillazioni della maggioranza?

«Mi pare si stia consumando una guerra tra Lega e Fratelli d`Italia, di potere, che quando è avvenuta in Abruzzo in altre circostanze è finita molto male. Mi pare evanescente il ruolo di Forza Italia, il resto semplicemente non c`è».

E sui temi?

«Le grandi questioni sono tutte drammaticamente peggiorate. Sui trasporti siamo tornati nel caos più totale, sulla sanità hanno mentito agli abruzzesi. La massima rappresentazione del caos è la vicenda referendum: hanno tenuto in ostaggio l`istituzione regionale per settimane, hanno impiegato risorse dei cittadini per gli avvocati, il risultato è stato una sonora bocciatura. Questo accade quando il governo regionale sta lì solo per ragioni politiche ed elettoralistiche».

Da qui al 2023 si libereranno 50-70 milioni di euro. Cosa ci farebbe?

«Sul tesoretto, che abbiamo lasciato noi sulla base di politiche a volte non semplici, forse non spiegate bene, non ho dubbi. C`è il modello Marsilio della riedizione del finanziamento delle sagre e quello che serve a cittadini e imprese. Per cui, senza indugio, il tesoretto dovrebbe servire ad abbassare le tasse».