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Camillo D'Alessandro: "Banca Popolare di Bari, il ruolo dell'Abruzzo"

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L'intervento pubblicato da "Il Centro", 20 ottobre 2020.

La scelta dell'esclusione dell'Abruzzo dal nuovo governo della Banca Popolare di Bari, ovvero dal consiglio di amministrazione, appare una ferita profonda e grave, anche in ragione del fatto che il nuovo CdA sarà chiamato a varare un nuovo piano industriale fatto di tagli, riorganizzazione ed investimenti.

Molto grave la sperequata presenza dei componenti pugliesi, tra l'altro anche ex politici, nel consiglio di amministrazione a fronte di nessuno per l'Abruzzo, in particolare per Teramo e la sua Provincia, territorio strategico di raccolta per Popolare Bari, con l'acquisizione di Tercas, che a sua volta acquisì Cassa di risparmio di Pescara.

Si tratta di una celta politica sprezzante. Porterò il caso in Parlamento nella prima occasione in cui potrò interrogare il Ministro dell'Economia e Finanze Roberto Gualtieri. Voglio capire almeno i criteri. Fare il Parlamentare a Roma non significa occuparsi della crescita di se stesso, ma del territorio che rappresenti. Siamo la terra di Remo Gaspari e ci ha insegnato che cosa significa rappresentare e rappresentanza.

Come Italia Viva avevamo posto il problema nelle interlocuzioni nazionali, gli unici a farlo e rimasti inascoltati. Non si trattava di nomi, ma di giusta rappresentanza territoriale, chiaramente con profili curricolari adeguati, perché non c'è banca senza territorio, non c'è banca se si umilia il territorio. L'Abruzzo non è una succursale della Puglia, una sua divisione, e la Popolare di Bari non è di proprietà della politica pugliese, ma dei correntisti. Saluto con favore la nomina di Gianni De Gennaro, a nuovo Presidente di Popolare di Bari, che per la sua storia e capacità sicuramente sarà punto dì riferimento e di equilibrio per tutti i territori.