Caffè europeo #23

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Sergio Mattarella rieletto Presidente della Repubblica

Dopo otto votazioni, Sergio Mattarella è stato rieletto a grande maggioranza (759 voti) Presidente della Repubblica in quella che sarà ricordata come una delle elezioni presidenziali più complesse della storia repubblicana.

Mattarella, eletto una prima volta nel 2015 su proposta di Matteo Renzi, in questi sette anni ha dimostrato capacità e sensibilità ormai riconosciute da tutti i cittadini e da tutti gli schieramenti politici, che hanno in larga maggioranza deciso di confermarlo. Pur essendo stato un grande e amato presidente nei passati sette anni, Mattarella ha più volte ribadito la propria volontà di non svolgere un secondo mandato; ma, citando le sue parole pronunciate subito dopo lelezione: I giorni difficili trascorsi per lelezione alla Presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente debbono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti”.

Il Presidente, con grande spirito di servizio e sacrificio personale, si è dunque messo a disposizione, conscio anche delle preoccupazioni che l’attesa dell’esito di questo momento critico della politica italiana causava nei nostri partners esteri: lelezione presidenziale poteva essere motivo di una possibile crisi del Governo con conseguente rischio per lattuazione del piano Next Generation EU.

LItalia continua perciò il proprio percorso di ricostruzione grazie alla guida sicura della coppia Sergio Mattarella Presidente della Repubblica e Mario Draghi Presidente del Consiglio.

Parafrasando la famosa frase del Principe di Salina ne Il Gattopardo, potremmo dire che anche se tutto rimane come prima, in realtà questa travagliata elezione è probabilmente destinata a cambiare profondamente gli equilibri politici.

È stato da subito chiaro come la partita fosse infatti difficile perché l'elezione del Capo dello Stato si intrecciava con altri temi: il destino del governo Draghi, la tenuta della maggioranza di Governo, l'istinto di sopravvivenza politica di parlamentari appartenenti a gruppi destinati all'estinzione, la compattezza delle coalizioni di destra e sinistra, le ambizioni personali di Berlusconi, la leadership di Salvini.

In realtà i sei giorni di votazioni hanno certificato lincapacità delle leadership di centro destra di trovare un candidato in grado di aggregare un ampio consenso, bruciando candidati autorevoli. Questo certamente porterà ad un rimescolamento delle carte a destra, dove i tre partiti sembrano andare in direzioni diverse, insieme ad un regolamento di conti interno al Movimento 5 Stelle, dove Conte ha cercato di accordarsi con Salvini facendo sublimare le tensioni nel partito. E la spinta verso una nuova legge elettorale di tipo proporzionale da parte del PD, sembra essere la conferma di qualche scricchiolio nell'alleanza contro-natura tra i democratici e i populisti grillini.

Italia Viva (che meglio degli altri partiti ha saputo muoversi durante la complicata settimana del Quirinale, con una compattezza esemplare) sarà protagonista di questa fase di riassetto della politica italiana. In primo luogo con il pieno sostegno al Governo, che proprio un anno fa grazie a IV vide la sua nascita portando Mario Draghi alla guida del Paese; e impegnandosi a costruire un'alternativa credibile alle due alleanze innaturali tra europeisti e sovranisti da una parte, europeisti e populisti dall'altra.

 

Pausa caffè con Marco Di Maio, deputato, vice presidente dei deputati di Italia Viva, componente della Commissione Affari costituzionali

D: Caro Marco, ti abbiamo seguito nelle tue ottime cronache durante le giornate di voto per il Quirinale, apprezzando gli aggiornamenti e le spiegazioni.

Dal punto di vista di Italia Viva quale pensi sia stato il carattere più significativo di queste votazioni così importanti, nel bene e nel male?

R: La nostra compattezza al fianco del nostro leader Matteo Renzi (che ci ha tenuti costantemente coinvolti, eravamo in riunione permanente da mattina a notte fonda), ha permesso di evitare candidature inappropriate come quella di Franco Frattini o della presidente del Senato, Elisabetta Casellati; ma anche che l'Italia diventasse l'unica democrazia liberale ad essere presieduta dal capo dei servizi segreti. Abbiamo lavorato fino all'ultimo per risparmiare al presidente Mattarella un secondo mandato, ma con 44 voti di "grandi elettori" su 1009, non potevamo fare di più. E nelle condizioni date, la conferma di Mattarella è la soluzione migliore: per dare stabilità e credibilità all'Italia e all'immagine del nostro Paese nel mondo.

D: Quali saranno i prossimi obiettivi e le sfide importanti di questa riconferma della configurazione Mattarella/Draghi? Come Italia Viva contribuirà?

R: Abbiamo di fronte la gigantesca sfida dell'attuazione del piano Next Generation EU, con oltre 200 miliardi di euro ottenuti grazie anche all'impegno dei parlamentari del gruppo Renew Europe. E poi, nell'immediato, saremo in prima linea nel promuovere politiche economiche ed energetiche in grado di affrontare il problema dell'inflazione, del rincaro dei materiali, del caro energia: fattori che, se non adeguatamente gestiti mettendo al centro le istanze delle imprese e del mondo del lavoro, rischiano di compromettere la ripartenza economica. E poi le tensioni internazionali, a partire da quelle tra Russia e Ucraina e dall'invadenza sempre più crescente della Cina, che richiedono istituzioni forti e capaci di trascinare anche le istituzioni europee verso decisioni più incisive. Infine, la lotta alla pandemia completando la campagna di vaccinazione e mettendo in atto un crono-programma di eliminazione delle restrizioni che ci riporti nei tempi giusti verso la normalità.

D: Gli occhi di tutta Europa e anzi del mondo erano su di noi nei giorni scorsi, per capire che nuovo equilibrio il nostro Paese avrebbe offerto. Quali quindi saranno a ora gli effetti sullEuropa e sul mondo?

R: Diciamo la verità: non è stato un bello spettacolo vedere il parlamento italiano incapace di mettere in votazione dei nominativi, fare sette votazioni a vuoto, bruciare nomi di grande levatura. Dunque credo che la politica nel suo complesso non ne sia uscita benissimo, mentre l'immagine dell'Italia con la conferma di Mattarella affiancato dal rilancio dell'azione di governo del presidente Draghi, si assicura un patrimonio di reputazione e credibilità di cui andare orgogliosi e che farà molto bene anche all'Europa. Un'Italia forte e solida potrà spingere le istituzioni europee a iniziative politiche più robuste ed efficaci.

 

Un EUforico abbraccio,

Alessandro e Claudia - Italia Viva chiama Bruxelles

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