Caffè europeo #12

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Ora tocca a noi: la Conferenza sul Futuro dell’Europa

Lo scorso 9 maggio abbiamo celebrato la Festa dell'Europa!

La data è l'anniversario della storica Dichiarazione rilasciata dall'allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio 1950, il quale proponeva una nuova forma di cooperazione politica per l'Europa al fine di rendere impensabile una guerra tra le nazioni europee. Una vera rivoluzione per quei tempi! La sua ambizione era di creare un'istituzione europea che avrebbe messo in comune la gestione e la produzione del carbone e dell'acciaio. Un trattato che dava vita a una simile istituzione è stato firmato appena un anno dopo. La proposta di Schuman è considerata l'atto di nascita dell'Unione Europea.

Il 9 maggio di quest’anno - 71 anni dopo la Dichiarazione Schuman - si è svolta a Strasburgo, nella sede del Parlamento Europeo, l’evento inaugurale che ha segnato l’inizio della Conferenza sul Futuro dell'Europa - che si concluderà a giugno 2022, nell'ambito del semestre di Presidenza francese del Consiglio dell'UE.

L'istituzione di una conferenza sul Futuro dell'Europa era stata inizialmente proposta dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron nel 2019 per “tutti i cambiamenti di cui il nostro progetto politico ha bisogno" e per "tracciare insieme la strada del rinnovamento europeo” ed è stata poi formalmente avanzata dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all'inizio del suo mandato.

Con questa Conferenza, tutti i cittadini europei sono invitati a esprimere le loro idee e proposte per il futuro dell’Europa, spaziando dall’ambito ambientale e della sostenibilità a quello della salute, dell’economia o della posizione dell’Europa nel mondo. L’approccio dal basso verso l’alto, aperto e inclusivo, è proprio ciò che rende unica questa iniziativa. Per la prima volta, infatti, tutti i cittadini europei sono chiamati a condividere le loro idee, a far sentire la loro voce, a fare proposte su temi specifici. Il risultato di tutte le proposte e raccomandazioni ricevute sarà successivamente presentato in una relazione destinata alla presidenza congiunta, rappresentata dai Presidenti del Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo.

Il 19 aprile scorso è stata lanciata la piattaforma digitale multilingue (futureu.europa.eu) per raccogliere le proposte, le idee e le richieste di tutti i cittadini europei per la Conferenza sul Futuro dell’Europa. La piattaforma - che resterà attiva per tutta la durata della Conferenza - vuole essere il cuore digitale della Conferenza sul Futuro dell’Europa, un’agorà virtuale aperta alla partecipazione attiva e ai contributi di tutti.

Ciò permetterà ai cittadini - per la prima volta a livello europeo - di avanzare le proprie proposte e commentare le idee delle altre persone, oltre a creare e partecipare a eventi. Tutti gli eventi relativi alla Conferenza, che saranno registrati sulla piattaforma, saranno visualizzati su una mappa interattiva, che consentirà ai cittadini di navigare e registrarsi.

L’interazione resa possibile dalla piattaforma permette la crescita di idee e proposte transnazionali e crea connessioni tra persone che condividono gli stessi obiettivi e che lottano per le medesime cause europee.

I contributi, le interazioni e i feedback nella piattaforma saranno raccolti e analizzati per essere presi in considerazione anche durante gli incontri dei cittadini e le plenarie della Conferenza.

La piattaforma si articola sui seguenti temi: cambiamento climatico e ambiente; salute; un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione; trasformazione digitale; valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza; migrazione; istruzione, cultura, gioventù e sport; l'UE nel mondo; democrazia europea.

L'hashtag ufficiale della Conferenza è #IlFuturoèTuo, un invito per i cittadini europei a contribuire a definire il futuro dell'UE… "Il futuro è nelle nostre mani".

 


 

Pausa caffè con Sandro Gozi, Presidente dell’Unione dei Federalisti Europei (UEF) e Parlamentare europeo di Renew Europe

 

D: Caro Sandro, in qualità di europarlamentare italiano eletto in Francia e attualmente a Bruxelles, non c’è nessuno meglio di te per parlare di questo giorno importante. Cosa significa per te la festa dell’Europa?

 

R: Il 9 maggio rappresenta prima di tutto il ricordo della fine della guerra in Europa e l’inizio della rinascita politica, economica e sociale del continente. Dal ferro e dall'acciaio siamo arrivati a un’Unione democratica, che si appresta, nel suo 71° anniversario, a inaugurare una nuova fase grazie alla Conferenza per il Futuro dell’Europa. Per me l’Europa è stata senza dubbio un moltiplicatore di opportunità. Senza Erasmus e la possibilità di studiare all’estero non sarei arrivato dove sono ora.

 

D: Il lancio della Conferenza sul Futuro dell’Europa proprio in questa giornata manifesta l’importanza e il bisogno di riforma della nostra Unione. Cosa ti aspetti da questo evento e soprattutto quali sono i più grandi cambiamenti di cui secondo te l’Europa ha bisogno?

 

R: Oggi viviamo in Europa e nel mondo un momento darwiniano, in cui non vince il più forte, ma vince chi manifesta una maggiore capacità di adattamento. Per dimostrarsi all’altezza delle sfide contemporanee, l’UE deve dotarsi di strumenti efficaci per affrontare sia le spinte distruttive interne, che le sfide poste dal contesto globale. Nella fase post-pandemica dovremo convertire misure emergenziali come il Recovery Plan in politiche strutturali dell’UE, superare il Patto di Stabilità e creare una vera Europa della salute.

L’attribuzione di nuove competenze all’UE deve tuttavia andare di pari passo con la creazione di uno spazio politico europeo e con il rafforzamento della democrazia dell’UE, attraverso la creazione di veri movimenti, politiche ed elezioni transnazionali. “Riprendere il controllo” sulle grandi sfide che l’Europa dovrà affrontare richiede una nuova politica transnazionale che possa permetterci di recuperare la necessaria capacità di azione a livello UE.

 

D: Che ruolo può giocare la Conferenza sul Futuro dell’Europa nella ripresa economica e sociale europea post Covid?

 

R: La Conferenza deve riportare l’UE al centro dei dibattiti pubblici nazionali e rimettere i cittadini al centro del progetto europeo, permettendo loro di farlo proprio e di rinnovarlo.

Nel suo assetto istituzionale attuale, l’Unione ha dimostrato che se ci fosse più Europa, alcune crisi potrebbero essere gestite in maniera più efficace. È ormai da tanti anni che gli europei chiedono un’Unione economica oltre che monetaria, un’Europa della difesa, una gestione più efficiente a livello comunitario dei flussi migratori. Aprire le porte del dibattito ai rappresentanti della società civile, alle ONG e alle autorità locali potrebbe vincere le resistenze di alcuni Stati membri e gettare le basi per la creazione di una comunità politica caratterizzata da una solidarietà di fatto, come Schuman auspicava nella dichiarazione resa pubblica il nove maggio di 71 anni fa.

 

Un EUforico abbraccio,

Giulia, Riccardo e Silvia - Italia Viva chiama Bruxelles