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Ciro Buonajuto: Ritardi evidenti, la rivoluzione inizi nelle scuole

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Intervista a Ciro Buonajuto Il Mattino del 6-12-2023

di Francesca Mari

Francesca Mari «Per migliorare la qualità della vita di un città bisogna far leva su diversi aspetti che riguardano la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Non bastano uno scudetto e il turismo a risolvere tutto». Ciro Buonajuto (Italia viva), sindaco di Ercolano e vice presidente nazionale dell`Anci, commenta la classifica de «Il Sole 24 ore» che vede l`area metropolitana di Napoli al terzultimo posto.

La provincia è maglia nera per una lunga serie di parametri. Cosa ne pensa?

«Credo che per stilare una classifica sulla qualità della vita in un territorio, bisogna conoscere anche la storia delle città. Napoli e l`area metropolitana scontano anni di violenza, quella della camorra, ma anche di una mancata visione politica. Un territorio urbanisticamente complicato, con un abusivismo edilizio che ha sconvolto l`intero territorio. Diciamoci la verità! Per anni si è pensato che bastasse costruire una casa e garantire ai propri figli un tetto e la vicinanza ai genitori per risolvere tutto. Non andiamo troppo indietro nel tempo ma la classifica del "Sole 24 ore" non ci meraviglia: basta elencare tutti i ritardi del Mezzogiorno in termini di sicurezza, occupazione, possibilità di investimenti e realizzazione di opere strutturali per capire che non possiamo stare nei primi posti».

Una visione urbanistica che spiega anche l`alta densità di popolazione, trai paramenti negativi in classifica. Portici con 12mila abitanti per chilometro quadrato è la più densamente popolata d`Italia.

«È vero. Tra Napoli e provincia siamo oltre tre milioni di abitanti. In un contesto urbanistico particolare, con sacche di marginalità economiche e deindustrializzazione, riuscire a garantire gli standard minimi di vivibilità richiede un percorso molto lungo».

Tra i parametri negativi spuntano l`inefficienza dei servizi e la mancanza di sicurezza, perché non si riescono a colmare questi gap?

«C`è differenza tra sicurezza e percezione di sicurezza. A livello di omicidi l`Italia è il paese più sicuro, ciò che ci dà percezione di mancata sicurezza è la microcriminalità. Ma non bastano solo due telecamere in più e qualche divisa in strada, bisogna investire maggiormente nelle scuole e anche nei servizi. Il governo tagliai fondi al Sud, mentre dovrebbe investire maggiormente. Il ministero, di Sud, ha solo il nome. Il governo Renzi con il "Patto per il Sud" portò in Campania miliardi di euro per Scampia, per l`Eav, le periferie, le ecoballe».

Perché nelle nostre città non ci sono spazi per i giovani, parchi urbani?

«Perché la densità abitativa e i vincoli, seppure giusti, non ci consentono di costruire o ci costringono a fare salti mortali. Nonostante ciò, a Ercolano, facendo molti sforzi abbiamo aperto quattro parchi urbani».

Anche per le pari opportunità, il lavoro delle donne e la presenza di servizi come asili nido siamo quasi ultimi. Perché?

«C`è un debito che ci portiamo avanti da troppo tempo, una politica convinta che tutto si basasse sull`assistenzialismo. Il governo e gli enti locali devono capire che bisogna investire sui servizi per le donne lavoratrici, come appunto gli asili nido, e creare le condizioni per favorire l`occupazione femminile. Inoltre, scontiamo visioni distorte figlie di un antico retaggio culturale: nelle nostre città persiste l`idea che le donne debbano restare a casa ad accudire i figli. Bisogna invece investire dove c`è il disagio, promuovendo a partire dalle scuole una rivoluzione culturale. È quanto, tra mille difficoltà, stiamo cercando di fare ad Ercolano».

La sua ricetta per migliorare la qualità della vita?

«Investire in scuola, cultura e legalità. Solo così si potrà risollevare anche economicamente il futuro del Mezzogiorno».