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Ciro Buonajuto: "Ho cambiato idea, lascio il Pd per Renzi"

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Intervista al Sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto
di Paolo Mainiero, il Mattino, 18 ottobre 2019

Da oggi sarà a Firenze, alla Leopolda, dove coordinerà il tavolo «Sviluppo del Mezzogiorno, cultura, legalità e buona politica» e dove soprattutto Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, annuncerà il suo addio al Pd o, se si preferisce, l'adesione a Italia Viva.
«Per ora rimango dove sono. Renzi è un amico ma la sua è e rimane un'operazione parlamentare. E io faccio il sindaco».

Queste sono le sue parole, tre settimane fa. Ha cambiato idea?
«Appunto, dissi "per ora". Al di là di tutto, è stata una scelta difficile, non ci ho dormito la notte. Infine, ho ritenuto che a Ercolano, come in tanta parte del Paese, c'è una fetta di gente che si è stancata di un certo modo di fare politica e preferisce identificarsi in movimenti civici. Tra l'altro mi lega un saldo rapporto politico a Renzi, che credo sia stato un ottimo presidente del consiglio».

Pensa che il Pd non sia in grado di intercettare quella fetta di gente?
«Il Pd è stato il partito grazie al quale a Ercolano è stato svolto un lavoro straordinario. Abbiamo fatto molte cose di sinistra, come l'apertura di cinque parchi. Abbiamo approvato il piano urbanistico e il nuovo regolamento edilizio, ai primi di novembre sarà inaugurata la caserma dei carabinieri in un'area che era roccaforte della camorra. Senza il Pd questi e altri risultati non ci sarebbero stati».

Ma se ha ottenuto così tanti risultati con il Pd, perché lasciarlo?
«C'è l'ambizione di costruire un'area civica che possa aggregare chi cerca nuovi modi di fare politica. Italia Viva è un partito riformista che può accogliere i tanti cittadini che chiedono nuovi spazi di confronto. Ma non è un'operazione in contrasto con il centrosinistra perché io sono e resto un sindaco di centrosinistra».

A maggio si vota, perché il Pd dovrebbe sostenere un sindaco che ha lasciato il partito?
«La mia è una scelta sicuramente rischiosa, ma è una scelta coerente con il mio percorso politico. Mi sono sempre detto che la mia arma era la libertà e adesso era giusto che la esercitassi. Nel Pd restano tanti amici fraterni, come il segretario del circolo cittadino Luigi Luciani o Mario Casillo o Teresa Armato, alla quale sono legato da rapporti di amicizia e riconoscenza».

I dieci consiglieri comunali di Ercolano la seguono in Italia Viva?
«A oggi ha aderito solo il presidente del consiglio comunale Luigi Simoni. Quanto agli altri, chi vuol venire è il benvenuto. Sono leale e non faccio campagna acquisti».

Ha sentito i vertici regionali del Pd?
«Correttamente, ho avvisato Michele Meta a Leo Annunziata».

E De Luca?
«De Luca è il presidente della Regione e ne rispetto il ruolo istituzionale. Non lo tiro dentro una vicenda politica. Piuttosto, credo che De Luca sia il candidato naturale del centrosinistra. Di tutto si può discutere tranne che del governatore uscente altrimenti si rischia di regalare la Campania alla destra populista».

Ma il M5s pone il veto, in caso di accordo, a una ricandidatura di De Luca.
«Il rapporto tra due partiti va regolato dalla politica e non dai veti. De Luca è il candidato che può e deve continuare il suo progetto nell'alveo del centrosinistra».

Italia Viva farà una lista alle regionali?
«Ci sono tantissime sollecitazioni da parte di tanti potenziali candidati che avvertono un grosso entusiasmo per il progetto di Renzi, Ettore Rosato e Teresa Bellanova. Ma non è stata indicata una linea chiara, semmai Renzi per ora ha escluso una lista».

Gennaro Migliore ha posto un veto alle adesioni di Clemente Mastella e Pasquale Sommese. Ha fatto bene?
«Un progetto nuovo deve avere idee nuove. Io non faccio l'analisi del sangue a nessuno come non permetto che la si faccia a me. Come diceva Pietro Nenni, a fare a gara a chi è più puro, troverai sempre uno più puro che ti epura. Tuttavia, tre sono i punti fermi del progetto di Italia Viva che non devono cambiare: il nostro impegno, la nostra visione del Paese, il nostro modo di intendere la politica».

C'è qualcosa che rimprovera al Pd?
«A Ercolano sicuramente no. A Roma, le troppe polemiche interne hanno rovinato anche antichi rapporti umani. Ecco, se c'è una cosa che rimprovero al Pd è l'eccessiva litigiosità che ha minato anche leadership ampiamente riconosciute dalle primarie».

E in Campania? Renzi aveva annunciato un lanciafiamme che non si è mai visto.
«La Campania è una regione complessa e difficile. Probabilmente, se Renzi avesse davvero usato il lanciafiamme male non avrebbe fatto».