territori

Brescia, Galperti dà vita a Civici Italia Viva: "È ora di decidere"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L'intervista sul "Corriere della Sera - Brescia", 22 febbraio 2022.

L'ex senatore Guido Galperti lascia la «Civica per Del Bono» e, insieme al consigliere Dionigi Guindani (Brescia per passione), dà vita a «Civici — Italia Viva». Il modello cui rifarsi è quello di Matteo Renzi, interpretato come sinonimo di una politica di centro che rompe gli indugi, decide e costruisce. «Sono tre anni che sono vicepresidente della Provincia — dice Galperti — e vedo che molte situazioni si stanno complicando». In primis il ciclo idrico: come sarà il soggetto gestore?
«C'è una delibera del 2(916 sulla gestione mista che è inattuata: si convochi a tal proposito l'assemblea dei sindaci» dice Galperti. L'«adeguamento infrastrutturale della provincia» è un altro problema per il quale «non c'è abbastanza determinazione» sostiene il vicepresidente del Broletto. E poi lo sviluppo dell'aeroporto, un tema che «non si può nemmeno nominare».

Perché parla di determinazione non sufficiente?
«Oggi tutti lamentano il problema del caro energia, ma tra 2-3 anni magari si porrà quello dell'acqua. Credo che serva una riflessione su ciò serve alla comunità. Al momento non c'è omogeneità di governo, soprattutto in Provincia. E io non posso essere un mero esecutore».

Cosa intende?
«La posizione civica rimane debole e inascoltata. A volte mi viene chiesto: tu chi rappresenti?»

Nel Pd lei ha militato per anni, ora si sente più vicino a Renzi?
«Non sono più iscritto al Pd da qualche anno. Ritengo che Renzi interpreti meglio l'esigenza di dar vita ad un'area di centro. O se vogliamo chiamarla di "buon governo". Invece il Pd è passato da Renzi all'alleanza con Grillo. Credo che non abbiamo bisogno di un "no" a tutto».

Ciclo idrico: non crede che la gestione 100° pubblica sia più tutelante, visto che si tratta di acqua?
«Io non credo, proprio perché parliamo di gestione: la proprietà rimane pubblica. Affidarne la gestione, che è revocabile, ad una società mista individuando un partner non mi sembra drammatico. Se non è così, lo si dica chiaramente».

Eppure a Parigi hanno poi fatto una netta marcia indietro. Non per forza gestione privata è sinonimo di efficienza, non trova?
«È vero, non per forza è così. Ma sa quanto è la dispersione d'acqua nella nostra provincia?»

Sì, più del 40%.
«Appunto. Se anche l'acqua viene data in gestione ad un privato, non è che diventa privata. La proprietà rimane pubblica».

Sull'acqua c'è anche un referendum, con una contrarietà netta.
«Votò solo il 20%. Per il metrò di Brescia la quota di contrari fu molto più alta, ma la fecero lo stesso. Sul ciclo idrico meglio convocare l'assemblea dei sindaci».