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Boschi: "Torniamo a confrontarci sulle proposte, non sui posti"

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Estratto dell'intervista di Barbara Jerkov, "il Messaggero", 17 gennaio 2021.   

Un deputato di lv ha annunciato ieri sera il suo ritorno nel Pd. È cominciata la caccia ai renziani, presidente Boschi? Teme per la tenuta del vostro gruppo al Senato?
«Cominciata? Non è mai finita la caccia al renziano. Ma le cose stanno andando molto bene, decisamente meglio delle nostre più rosee aspettative. Mi spiace molto per il mio amico Vito De Filippo, persona cui sono legata e cui voglio bene. Tuttavia è fisiologico che in un passaggio importante come questo qualcuno cambi opinione. In queste ore tanti stanno cambiando posizione anche tra i grillini e i dem. Solo che quando lo fanno i nostri fa notizia. Comunque i diciotto senatori di Italia Viva sono compatti. E la quota 161 per la maggioranza al Senato è irraggiungibile».

Allo stesso tempo l'Udc ha fatto sapere di non voler entrare in maggioranza tanto che tra i 5Stelle c'è chi starebbe riconsiderando i veti posti su di voi. La ricerca di "costruttori" si complica?
«Semplicemente i numeri non ci sono. Prima ne prendono atto, prima possiamo iniziare a costruire il futuro. La maggioranza deve fermarsi: per due giorni Palazzo Chigi ha fatto sapere ai giornali che la partita era chiusa. Adesso tutti si rendono conto che non è così. La crisi si risolve con la politica, non con la matematica. Serve un'idea di Paese, non il mercato dei senatori».

Presidente Boschi, Renzi anche al nostro giornale ieri diceva: pronto a riprendere il dialogo purché sia sui contenuti. Fuori dalle formule politiche, che significa in concreto?
«Abbiamo aperto questa crisi sui soldi alla sanità, sulla visione del Paese, sui posti di lavoro. Non sui sottosegretari. Se la maggioranza a vuole parlare di questi temi, noi ci siamo come abbiamo sempre detto. Devono fermarsi nella loro vana caccia ai responsabili e tornare a confrontarsi sulle proposte che abbiamo fatto».

I sondaggi continuano a indicare una popolarità personale molto alta per Conte. Ritiene esistano margini per un esecutivo con Pd e M5s ma senza di lui?
«Nessuno di noi ha messo un veto su Giuseppe Conte. Penso però che non si possa bloccare un Paese per difendere una persona. E penso soprattutto che la popolarità personale non sia l'indicatore migliore per scegliere un amministratore pubblico. La popolarità personale funziona nello spettacolo, sui social, nella comunicazione. La politica richiede anche altro».

Il centrodestra oscilla tra segnali e chiusure di un governo istituzionale o tecnico per il dopo. Per lei potrebbe essere la soluzione? «Spero che si riparta dal perimetro dell'attuale maggioranza. Ma senza Italia Viva i numeri non ci sono. E oggi lo hanno visto con chiarezza anche Cinque Stelle e Pd».

Cosa vi fa essere così fiduciosi che alla fine non si voterà a giugno?
«Il buon senso. Basta e avanza. Voteremo nel 2023 e questo Parlamento eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica. Però dobbiamo arrivarci bene, spendendo bene i soldi europei e affrontando l'ultima fase della pandemi a, accelerando sui vaccini».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.