parlamento

Boschi: Sì all’elezione diretta del presidente del consiglio, no a riforme pasticciate

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista a Maria Elena Boschi per "La Stampa" di Serena Riformato

Maria Elena Boschi, deputata di Italia viva, ex ministra per le Riforme costituzionali, spera che il disegno di legge del centrodestra sul premierato «cambi», così che il suo partito possa «votare a favore». 

 

Se il voto popolare dovesse bocciare il provvedimento, però, non ha dubbi:

«Per me chi perde un referendum si deve dimettere». 

 

Che cosa le piace e non le piace della riforma del centrodestra? 

 

«Mi piace l`elezione diretta del premier. Non mi piace il mancato superamento del bicameralismo, la mancanza del ballottaggio, l`assenza del limite dei mandati, l`impossibilità per il Premier di nominare e revocare i ministri. E poi la loro norma anti-ribaltone non funziona». 

 

Italia viva non esclude di votare il ddl. Matteo Renzi ha detto: 

 

«Dipenderà da quali emendamenti verranno accolti». 

 

Che modifiche proporrete? 

 

«Studieremo il testo e ne parleremo con esperti, ci apriremo al confronto. E presenteremo gli emendamenti necessari su punti essenziali. Poi vedremo come reagirà la maggioranza. Noi siamo gli unici ad aver aperto un canale di dialogo vero, se la maggioranza ha voglia di confrontarsi, noi ci siamo». 

 

Vi confronterete con le altre opposizioni? 

 

«Certo. Le riforme si fanno con tutti. Nel 2016 le opposizioni si misero d`accordo, da Di Maio a Salvini, da Meloni a D`Alema, per mandare a casa il nostro Governo, che pure– armano riconoscono anche gli avversari– stava facendo bene. Il referendum era la loro unica occasione. L`Italia ha bisogno di riforme serie. Continuare a dire no quando si è all`opposizione e lamentarsi quando si è al Governo non ha senso. Non faremo alla Meloni la guerra ideologica che lei ha fatto a noi». 

 

Vi preoccupa la possibilità che alla fine dell`iter il presidente della Repubblica Sergio Mattarella possa dimettersi? 

 

«Non vi è alcun motivo perché il Capo dello Stato debba dimettersi. Nel 2029 eleggeremo il successore di Mattarella con la stessa attenzione che abbiamo sempre avuto, prima scegliendo Mattarella nel 2015, poi annullando il rischio di una maggioranza sovranista a guida Salvini nel 2019 che avrebbe eletto il successore di Mattarella e infine evitando la scorciatoia di un nome proveniente dai servizi segreti nel 2022». 

 

Il provvedimento rischia di depotenziare l`unica figura che non ha mai perso la fiducia degli italiani.

 

 «Il Capo dello Stato è un arbitro. E come tale non deve scendere in campo, ma chiedere il rispetto delle regole. Questa riforma non toglie al Colle un tale compito. Si vuole invece un Capo dello Stato attore e giocatore? Bene. Allora si elegga il Presidente. Ma non credo che sia una buona idea». 

 

Cosa non funziona della norma anti-ribaltone? 

 

«Non mi convince, e mi pare la stiano già sfumando. Io sono dell`idea che se il Premier perde la fiducia va a casa lui, ma anche i parlamentari: più antiribaltone di così. Dopodiché mi fa ridere: quando Italia Viva manda a casa Conte e porta Draghi, ci danno degli irresponsabili. Oggi gli stessi che volevano il Conte Ter dicono "Eh, ma cosi non ci sarà mai più un Governo Draghi". Far pace con se stessi non deve essere facilissimo per loro». Tutti ripetono che «servono governi stabili». 

 

Secondo il professor Sabino Cassese si vuole «rimediare per legge a una crisi che riguarda la politica e i partiti». 

 

«Ho una stima infinita per il professor Cassese. E condivido il suo giudizio politico. Sarebbe meglio se la politica si riformasse da sola, certo, ma l`elezione diretta del Premier può aiutare». La premier ha detto che non legherà il destino del suo governo al referendum confermativo. 

 

Eppure la considera la "madre di tutte le riforme". 

 

«Per me chi perde un referendum si deve dimettere. Lo hanno fatto Renzi e Cameron, lo fanno tutti i leader coerenti. Però spero che la riforma cambi, di votare a favore e che il referendum passi. Voteremo la sfiducia alla Meloni per come governa, non per il Sindaco d`Italia che noi del Terzo polo avevamo messo nel programma. Dire di no alle sue riforme per partito preso sarebbe maso chista e incoerente». 

 

All`epoca della riforma costituzionale Boschi-Renzi che cosa avete sbagliato? 

 

«Tutti dicono la personalizzazione, qualcuno che sia stato ampliare l`affluenza, altri che sei letture sono state troppe. Può darsi che siano tutte concause. La verità è che stavamo cambiando l`Italia, dai diritti sociali all`economia. E abbiamo pestato troppi piedi: alla prima occasione ce l`hanno fatta pagare. Ma quello è il passato, pensiamo al futuro».