Intervista di Francesco Malfetano, "il Messaggero", 16 settembre 2022.
Onorevole Maria Elena Boschi, a meno di dieci giorni dal voto il caso dei finanziamenti di Mosca ai partiti di altri Paesi agita la campagna elettorale. Per ora nessuna forza politica nostrana pare coinvolta ma lei ritiene che il voto sia a rischio ingerenza da parte di forze straniere?
«In passato è stato cosi. Il report dei servizi Usa fa riferimento a elezioni e soprattutto referendum del recente passato. Non mi sorprenderei di leggere passaggi dedicati al referendum sulla Brexit o sul nostro referendum costituzionale del 20I6. Sulle prossime elezioni non credo a ingerenze. Poi che Salvini abbia sempre difeso Putin e che Conte abbia addirittura fatto venire i soldati russi in Italia con la scusa della pandemia è un dato di fatto. Spero che lo abbiano fatto gratis».
Ormai vige il silenzio ma gli ultimi sondaggi davano il Terzo polo vicina al sorpasso di Fi...
«I sondaggi non sono più pubblicabili. Le sensazioni sì: finiremo davanti a Forza Italia. Ne sono certa io, ma ormai ne sono certi anche gli amici di Forza Italia».
Però puntate anche ai voti di sinistra. In quale elettorato pensate di avere più presa?
«Puntiamo ai voti dei delusi. I moderati non possono consegnare il proprio voto alla Fiamma. E i riformisti non possono finire grillini o con la sinistra di Fratoianni. Raccoglieremo da entrambi gli schieramenti. Puntiamo a un buon risultato nel 2022, ma la scommessa è appena all'inizio: il nostro progetto non sono i 100 metri ma una maratona».
In alcuni territori la vostra proposta pare funzionare di più. Nel Lazio ad esempio Renzi sostiene di puntare alla doppiacifra. È un obiettivo realistico anche altrove?
«Credo che a Roma, Firenze, Milano possiamo fare agevolmente la doppia cifra. Lavoriamo per ottenere questo risultato».
A proposito di circoscrizioni: lei è candidata anche a Roma. Che rapporto ha con la città?
«Corro a Roma perché sono da mesi cittadina romana. Qui ho il mio lavoro, i miei affetti, la mia casa. Se avrò la gioia di avere figli, spero che nascano qui. nella Città Eterna. Debbo molto a questa città e sarà un onore per me rappresentarla».
Oggi in Cdm finirà un nuovo decreto Aiuti da circa 13 miliardi. Basta o serve lo scostamento di bilancio?
«Mi fido delle decisioni di Mario Draghi. Ma dobbiamo essere chiari: o si dice si alle infrastrutture, come noi abbiamo fatto con tap, trivelle, rigassificatore, Tempa Rossa oppure siamo costretti alla dipendenza energetica e culturale. Quando Zingaretti aprì ai Cinque Stelle la prima cosa che fecero insieme fu disporre la moratoria persino delle rinnovabili. Loro sono per la decrescita felice, noi per le opere pubbliche e private».
Ma come si ferma la corsa delle bollette aiutando famiglie e imprese?
«Intervenendo con autorevolezza in Europa. È in atto una gigantesca speculazione. iniziata ben prima della guerra. Per questo è stato un errore mandare a casa Draghi per precipitare in questa assurda carnpagna elettorale».
C'è uno scenario post voto in cui il crollo di Lega e FI vi spinge al governo con Meloni. Sono solo chiacchiere?
«Si. Il loro crollo è molto probabile, ma noi non siamo dei sostituti. Se hanno i numeri, che governino. Se non hanno i numeri, che governi Draghi».
Siete disponibili, come ha detto ieri Renzi, a sedervi al tavolo con la Meloni per le riforme? E votereste per il presidenzialismo?
«Le riforme costituzionali si scrivono insieme, maggioranza e opposizione come abbiamo fatto noi nel 2014 perché sono le regole del gioco che riguardano tutti. Sul presidenzialisrno noi noi siamo per un modello diverso: il sindaco d'Italia. Ben venga l'elezione diretta del premier in un quadro di modifiche costituzionali e di superamento del bicameralismo paritario. E ovviamente serve il ballottaggio con il doppio turno come previsto anche dalla nostra riforma».
Ci sarebbe da cambiare anche la legge elettorale. Si è pentita di aver sostenuto il Rosatellurn? ll Pd vi attacca ancora.
«Letta attacca noi perché è ossessionato. il PD ha voluto il Rosatellum insieme alla Lega e a Forza Italia. La legge elettorale alla quale avevo lavorato io si chiamava Italicurn e prevedeva il ballottaggio. È incredibile che in questa campagna elettorale si cancelli la verità dei fatti. La fiducia la posero il presidente Gentiloni e la ministra Finocchiaro. Renzi e Boschi volevano il ballottaggio».
Con voi continua a crescere anche il M5S. Restano un avversario? Nella nuova legislatura i dem potrebbero riproporli come alleati.
«I dem si alleeranno di nuovo con i Cinque Stelle. È scritto. E noi saremo orgogliosamente equidistanti da Meloni e Salvini e da Conte e Fratoíanni».
Guardando alla Ue monta la polemica sull'Ungheria. Lega e Fdl si sono opposte al rapporto del Parlamento. È un assaggio di ciò che attende il Paese?
«L'Italia non è l'Ungheria e non lo diventerà mai. Ma Fratelli d'Italia ha da sempre Orban come modello. Noi in Europa stiamo con Macron, loro con Orban e Le Pen».
A incrociare i destini italiani e ungheresi c'è anche il tema dell'aborto. Come vi schierate?
«In Italia c'è una legge, la 194, che va applicata. Nessuno la mette in discussione. E noi siamo pronti a difenderla ove qualcuno la volesse eliminare».