Intervista a Maria Elena Boschi per «Il Mattino». Di Lorenzo Calò
L'esponente di Iv: «sul premierato il testo va riscritto, il centrodestra alza solo le tasse. Se Meloni vuole affrontare la crisi industriale porti Musk a Cassino invece che ad Atreju.»
Onorevole Maria Elena Boschi, di Italia viva, Vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, governo e centrodestra non fanno mistero di voler accelerare sulle riforme. Relativamente a quella sull'autonomia differenziata, già votata al Senato, Iv si è espressa per il no. Perché?
«Perché divide il Paese. Così com'è non funziona. Lasciare che 20 Regioni decidano in modo diverso su strategia energetica, commercio con l'estero, aumenterà la confusione e la burocrazia e farà crescere meno tutti. Essendo a costo zero, acuirà i divari che già esistono creando ancora più ingiustizie tra cittadini».
La riforma sul premierato come andrebbe corretta? Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha detto di non essere in linea di principio pregiudizialmente contrario; a Palazzo Madama, Iv ha depositato sedici emendamenti...
«Andrebbe praticamente riscritta: nomina e revoca dei ministri da parte del Premier, limite ai mandati, ma soprattutto una regola semplice: il Presidente del Consiglio deve essere eletto dai cittadini, se viene sfiduciato in Parlamento, la parola deve tornare ai cittadini con le elezioni. Altrimenti, non cambia nulla. La riforma Meloni poi non affronta il tema di due camere che fanno la stessa cosa».
Tema privatizzazioni: è sufficiente vendere asset statali per fare cassa?
«Più che altro è sbagliato. Se l'obiettivo è solo fare cassa, allora meglio intervenire sugli sprechi della spesa pubblica. Cominciando da piccoli gesti che non cambiano il bilancio, ma danno il buon esempio. Meloni ha tagliato 25 milioni sui disturbi alimentari ma il suo staff a Palazzo Chigi ne costa 21. Mai prima di ora si era raggiunta questa cifra».
A proposito di Meloni: guarderà il dibattito in tv - se e quando si farà - tra la Premier e la segretaria del Pd Schlein?
«Mi interesserebbe di più vedere un dibattito Meloni/Renzi».
Capisco...
«Ma penso che Meloni non lo farà mai. Lei si sceglie solo gli avversari che pensa di poter battere nel faccia a faccia».
Ci avviciniamo alle Europee: quali alleanze possibili per Iv soprattutto con l'obiettivo di superare lo sbarramento? È percorribile la strada di un ampio asse di centro?
«Noi abbiamo aderito con convinzione alla proposta di «Più Europa» di una lista di scopo tra tutti coloro che condividono gli stessi valori europei. Calenda ha detto che lui non ci sarà. Da tempo siamo a lavoro per una lista dei riformisti al centro anche con esperienze civiche radicate sui territori, ma siamo anche pronti a correre da soli».
Sul fronte elezioni Regionali, con il campo largo quasi impossibile e le continue liti Pd-M5s, Iv sceglierà alleanze variabili anche con il centrodestra?
«Italia viva ha sempre scelto la soluzione migliore per i singoli territori sulla base, prima di tutto, dei programmi e poi delle persone. In Campania, per esempio, stiamo facendo un ottimo lavoro insieme con il presidente De Luca».
Ma poi Renzi ha giocato la carta dell'alleanza con Mastella. È una strategia replicabile anche in altre realtà locali?
«Decidiamo sempre in base a cosa è meglio per la singola comunità».
Sul tema giustizia, dall'abuso ufficio alle intercettazioni, poi l'auspicata riforma della separazione delle carriere: Iv è molto in linea con le posizioni del centrodestra. L'alleanza con Calenda è sepolta definitivamente?
«Noi siamo coerenti con il programma sul quale abbiamo ottenuto i voti dei cittadini che prevedeva la separazione delle carriere, l'eliminazione del reato di abuso di ufficio, la limitazione dell'eccesso di custodia cautelare e non solo. Non votiamo contro alle nostre idee solo perché le propone anche il centrodestra. Anzi, ci piacerebbe che il governo fosse più coraggioso sulla giustizia. La separazione delle carriere, per esempio, è ancora al palo. Calenda ha avuto tutto, ma vive di ossessioni. È un suo problema».
Nei giorni scorsi il via libera, ancora con la fiducia, sul Dl Energia ma le previsioni di spesa per le famiglie sono ancora in aumento...
«Le spese aumentano su tutto: dai mutui, agli affitti, dal carrello della spesa sino alla benzina. Gli stipendi e le pensioni purtroppo restano gli stessi. E il Governo aumenta le tasse anziché gli stipendi. Dai pannolini, ai mutui per le giovani coppie, all'Irpef agli agricoltori Meloni non ha risparmiato proprio nessuno con le sue tasse».
Nel centrodestra c'è fibrillazione sul «Terzo mandato», tema su cui anche il Pd appare diviso. Qual è la posizione di Iv?
«Perché no? Noi con De Luca in Campania stiamo facendo bene. Venerdì scorso ero con lui a Brescia per presentare il suo libro e c'è grande sintonia su tanti temi. Prima di tutto deve decidere il Pd cosa vuole fare. E lo stesso il centrodestra in Veneto».
Quanto alla politica industriale del governo, infuria la polemica sul caso Stellantis e sull'ipotesi di intervento diretto dello Stato nel capitale. Siete d'accordo o si torna all'epoca delle partecipazioni statali?
«Non credo alla presenza dello Stato ovunque. La Fiat ha già avuto aiuti dallo Stato in passato e ricordo su questo memorabili scontri tra Renzi e Marchionne. Noi non abbiamo messo un centesimo per la Fiat ma questo non significa insultarne gli azionisti o addirittura volere l'esproprio proletario. Se Meloni vuole davvero affrontare il tema, porti Musk a Cassino anziché ad Atreju».