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Boschi punta su Maran: "La migliore alternativa alla sinistra e ai limiti dimostrati da Fedriga"

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L'intervista a Maria Elena Boschi per "Il Messaggero Veneto"

Le Regionali come tappa di avvicinamento al primo test del Terzo polo in forma di partito unico e cioè le Euro-pee. L'appuntamento del 2-3 aprile, poi, come possibilità per dare voce, e rappresen-tanza, a chi non si riconosce né in Massimiliano Fedriga né in un Pd decisamente «spostato a sinistra» dopo l'elezione di Elly Schlein. Maria Elena Boschi, ex ministro e tra i principali esponenti di Italia Viva, lancia la "volata" ad Alessandro Maran.

Onorevole, a che punto è il progetto di fondazione del partito unico?

«A buon punto. Siamo assolutamente d'accordo sia sul risultato finale, arrivare al partito unico, sia sulle tempistiche di attuazione che portano all'autunno. È chiaro che alle spalle si richiede un lavoro, magari meno interessante all'esterno, ma fondamentale: darsi delle regole precise, svolgere i congressi, ascoltare i territori e scrivere la nostra carta d'identità, cioè il manifesto programmatico. Il nostro obiettivo, infatti, non è quello di creare un partito che sia soltanto la somma di Italia Viva e Azione, ma qualcosa di aperto anche ad altre realtà siano esse civiche oppure persone che provengono da altri partiti. Come avvenuto, peraltro, nella predisposizione della lista per queste Regionali».

Siete delusi dal risultato di Lombardia e Lazio?

«Certamente potevamo fare meglio, ma credo che il nostro vero banco di prova siano le Europee più che le Re-gionali. Per una realtà che è nata soltanto sei mesi fa, però, avere già raggiunto 1'8%, cioè essere alla pari di Lega e ForzaItalia, non mi pare un ri-sulfato banale e scontato».

Cosa rappresentano, dunque, le Regionali?

«Una fondamentale tappa di avvicinamento al 2024 con peraltro, in Friuli Venezia Giulia, anche una novità politica non secondaria: l'adesione di + Europa al nostro progetto. Ma soprattutto un'occasione, per questa Regione, per voltare pagina. Possiamo incidere in modo decisivo con il nostro risultato».

L'elezione di Schlein comprime oppure amplia i vostri spazi di manovra?

«Li allarga. Schlein, come dimostrano i primi temi lanciati dalla segretaria e i sondaggi che portano i dem a crescere a discapito del M5s, sposta decisamente a sinistra l'asse del Pd e siamo convinti che a breve il vero scontro sarà quello con Giuseppe Conte. C'è tuttavia un elettorato in Italia che non si riconosce in questa proposta. Uno spazio che noi riformisti vogliamo e possiamo occupare con la no-stra, seria, proposta politica».

Quali sono, razionalmene, gli obiettivi per le Regionali di aprile?

«Non giochiamo mai soltanto per partecipare. Siamo convinti di poter entrare in Consiglio e incidervi all'interno grazie ai nostri eletti. Sappiamo che la sfida, avendo deciso di correre da soli anche per rispetto nei confronti di chi ci ha votato alle Politiche, è complicata. Ma il coraggio e la coerenza, alla fine, saranno premiati. Anche per un altro motivo».

Prego...

«Con Maran molte persone che non sarebbero andate a votare avranno a disposizione un'alternativa in cui rico-noscersi. Unapersona che conosce bene questo territorio e che ha la capacità di tessere mediare. E poi, grazie alla sua campagna ha messo al centro alcuni temi, dalla demografia alla fuga dei giovani fino al ruolo strategico della Regione, che altrimenti non sarebbero stati toccati. Senza dimenticare proposte amministrative diverse rispetto a quelle, come sanità e so-ciale, dove la giunta Fedriga ha dimostrato tutti i suoi limiti».