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Boschi: «Parteciperemo per il futuro dei nostri figli»

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Intervista a Maria Elena Boschi per «La Repubblica» del 14-03-2025

di E.F.

Maria Elena Boschi, Italia Viva sarà in piazza domani?

«Ci saremo, siamo da sempre per gli Stati Uniti d'Europa. Siamo stati i primi a parlarne come progetto politico, ispirandoci all'idea di Ventotene, a De Gasperi, Adenauer. All'Europa dei nostri nonni. Ma saremo in piazza soprattutto per l'Europa dei nostri figli».

L'Europa di domani.

«La sfida più complicata. Una sfida che possiamo vincere solo insieme. Domandandoci quale Europa vogliamo costruire. Quella dello scambio culturale, dell'Erasmus, di un'identità comune. Un'Europa che sappia reagire ai dazi di Trump, certo, ma che non sia solo unione monetaria, commerciale. Deve affrontare le sfide del futuro, dall'Ia allo spazio al lavoro che cambia. E avere uno spirito, un soffio vitale».

È giusta l'Europa che vuole finanziare 800 miliardi di armi?

«Il piano von der Leyen è un po' fumoso e ideologico. E il dibattito è teorico, per l'Italia ma anche per gli altri Paesi Nato, che hanno già assunto l'impegno ad arrivare al 2% del Pil in armamenti. Il punto è che esercito comune e difesa comune servono. E ad ogni investimento in sicurezza dovrebbe corrispondere uguale investimento in cultura. Aggiungo che la difesa non basta, serve una politica estera unitaria. Per questo ci vuole un inviato speciale europeo in Ucraina».

Che messaggio può arrivare dalla piazza? Il centrosinistra è diviso.

«Credo sia bello valorizzare l'idea di Serra, non buttiamola via con le divisioni nei partiti. Ci sarà gente che crede nell'Europa in un momento di nazionalismi. Il problema ce l'hanno a Palazzo Chigi, sono loro a essere divisi su tutto: dal riarmo ai dazi a Kiev».

Che effetto le farà stare accanto alle bandiere della pace?

«Ben vengano. Chi mai può temerle, le bandiere della pace. Il pacifismo da slogan è il problema, perché la pace va costruita. Richiede di non abbandonare l'Ucraina. E come dice Mattarella: pace duratura e giusta. Non una resa».