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Boschi: noi non cambiamo idea, sì al sindaco d’Italia e stop al bicameralismo

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Maria Elena Boschi intervistata da Giovanna Casadio per "Repubblica"

Maria Elena Boschi, ex ministra delle Riforme del governo Renzi, sulle riforme lei boccia il coordinamento con il Pd e soprattutto con i 5Stelle.

Italia Viva non rischia di fare da stampella alla maggioranza di governo?

«Non è possibile un coordinamento con il M5S che è contro le riforme. Le riforme costituzionali servono al Paese, non alla presidente del Consiglio o a noi. Italia Viva è nata per fare le riforme e non siamo pregiudizialmente contro, come fu invece Meloni quando era all`opposizione da leader di FdI nel 2016. Noi abbiamo portato le nostre proposte, di cui avevamo già parlato con Casellati qualche mese fa».

L`idea di coordinarsi è di Calenda, ex partner nel Terzo Polo: la frattura centrista è più profonda?

«In questo caso, semplicemente quel che dice Calenda impegna Azione».

La vostra proposta è sempre il sindaco d`Italia?

«L`elezione diretta del presidente del Consiglio è una proposta storica di Italia Viva che consente di ridare voce ai cittadini. C`è sempre meno partecipazione alle elezioni, dobbiamo avvicinare le istituzioni alle persone e loro alla politica, facendo capire che il voto conta e che la sera stessa possono sapere chi li governerà nei 5 anni successivi. Insieme al sindaco d`Italia, poi, abbiamo avanzato anche la proposta di superamento del bicameralismo paritario. Meloni non l`ha escluso».

Ma nessuna democrazia europea prevede l`elezione diretta del premier, che tra l`altro depaupera il presidente della Repubblica.

«Possiamo trovare una nostra soluzione che riprenda un modello che già sperimentiamo da anni con successo nelle regioni e nei comuni. E anche se non scritto in Costituzione, il Regno Unito ha un modello analogo. Non depaupera il Colle».

Cosa l`ha convinta e cosa no dell`incontro con Meloni?

«Trovo molto positivo che la presidente del Consiglio abbia sottolineato l`importanza delle riforme costituzionali per dare stabilità al Paese e far crescere l`economia. Avesse detto le stesse cose nel 2016 non avremmo perso tutti questi anni».

Sul cambio di legge elettorale è d`accordo con Schlein?

«La legge elettorale è l`ultimo tassello: prima si sceglie il modello costituzionale e poi la legge elettorale coerente con quel modello. Da parte nostra, nessun problema a prevedere le preferenze. Peraltro è la posizione storica di Renzi».

Nessuna apertura alla proposta di cancellierato che piace al Pd?

«Ma perché dobbiamo avere paura del voto? Non capisco questa sfiducia del Pd verso l`elezione diretta del premier da parte dei cittadini».

Le riforme istituzionali che toccano la Carta sono sempre fallite, compresa quella di Renzi e sua del 2016. Meloni ha più chance?

«Nel 2016 noi abbiamo perso il referendum, ma il Paese ha perso una occasione importante per avere istituzioni che funzionavano meglio e magari far ritrovare fiducia nella politica. Non dimentichiamoci che Napolitano accettò un secondo mandato chiedendo con forza al parlamento di fare le riforme istituzionali. Mi auguro che non si sprechino altri 7 anni».