parlamento

Boschi: Nel Pd non c’è spazio per i moderati. Per noi si apre una stagione nuova

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L`intervista a Maria Elena Boschi per “Il Corriere della Sera”  di Maria Teresa Meli

Maria Elena Boschi, festeggia perché con Schlein vi si apre una prateria?

«Nessun festeggiamento. Siamo usciti dal Pd ormai quattro anni fa ma abbiamo molto rispetto per quella comunità. E abbiamo un rapporto umano con molti dei dirigenti di quel partito, anche se le strade politiche si sono divise. Dunque mi dispiace per Stefano (Bonaccini ndr.), cui voglio bene e che è una persona leale e ho sentito. Sono contenta per Elly, perché ha saputo vincere a sorpresa una sfida difficilissima come le ho scritto. Ma io festeggio quando vinciamo noi, non quando perdono gli altri».

 

I rapporti nell’opposizione cambieranno?

«Direi di sì. Secondo me è una vera e propria rivoluzione. Schlein ha vinto su una linea molto netta e conoscendola non farà passi indietro. Adesso la questione è molto semplice: i Cinque Stelle e il Pd si faranno una competizione dura ma per certi versi persino interessante per capire chi rappresenta la vera sinistra. Ciò darà energia a chi crede nella sinistra radicale ma lascerà anche uno spazio ai riformisti che non vogliono dire no al nucleare, al jobs act o a industria 4.0. È un bel cambiamento: il nuovo Pd guarda più a sinistra abbandonando del tutto le politiche riformiste del nostro periodo e abbracciando la competizione con Conte. Ed è chiaro che i renziani senza Renzi sono ininfluenti, non solo nelle candidature, ma anche nei congressi visto il risultato. Dunque per noi la stagione che si apre è culturalmente stimolante, politicamente affascinante».

 

Come spiega il fatto che molti continuino ad attaccare Renzi?

«Non me lo spiego se non con la categoria dell’odio personale. Perché con la categoria della politica il Pd di Renzi portava a votare tre volte le persone del Pd di Schlein. Governava 17 Regioni su 20, seimila Comuni, faceva riforme come il terzo settore e i diritti civili, aumentava il salario di operai e professori. E c’erano i bandi per le periferie, per i centri antiviolenza, l’aumento dei fondi della cultura, i soldi per il sociale. Se questo significa non essere riformisti, beh, allora vuol dire che preferiscono il governo Meloni-Valditara. E come si dice in questi casi, de gustibus non disputandum est».

 

L’opposizione può avere una linea comune?

«Vediamo come il ticket Schlein-Conte, perché io credo che Elly svuoterà il mondo dell’avvocato del popolo, proverà a coinvolgerci in Parlamento. Fatico a capire su quali argomenti vista la linea altalenante che hanno su Ucraina, garantismo, sussidi e reddito di cittadinanza. Ma certo che noi non chiudiamo mai la porta a discutere nel merito con nessuno, neanche coi colleghi dell’opposizione pur così lontani».

 

I riformisti si troveranno a disagio adesso nel Pd?

«Mi sembra evidente. Il problema non è il singolo destino personale ma la linea politica, se sei riformista su giustizia, sviluppo economico, Ucraina, lavoro».

 

Farete campagna acquisti?

«No. La campagna acquisti la fanno le squadre di calcio. Noi faremo la cosa che facciamo da sempre, faremo politica. Il tempo gioca con la nostra maglia. Quando alle Europee le contraddizioni del Pd esploderanno e il governo sarà in crisi di consenso, giocheremo le nostre fiches».

 

Saluta positivamente il fatto che la nuova leader dem sia una donna?

«Certo! Col Pd di Renzi abbiamo portato per la prima volta le donne ad avere il 50% in segreteria, il 50% al governo, la prima ministra della Difesa donna, la prima sottosegretaria alla Presidenza donna. Elly ha fatto l’ultimo miglio. Non condivido quasi per niente le sue idee ma è stata brava, glielo riconosco con affetto e stima».

 

In Italia cominciano a esserci leader donne: perché non nel Terzo polo? Magari lei...

«Per me il leader del Terzo polo c’è già ed è Calenda. Francamente non vedo alcuna ragione per aprire questa discussione adesso».