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Boschi: «Lega e FdI litigano, il premierato così è un pasticcio»

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Intervista a Maria Elena Boschi per «Il Foglio». Di Gianluca De Rosa

Alla fine lo ha ammesso anche la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati: «Se la legge è fonte di equivoco, ci metteremo ancora mano». Il premierato, sul quale sembrava la maggioranza avesse trovato una quadra, si è impantanato (come raccontato da questo giornale, sull'interpretazione della norma antiribaltone).

Maria Elena Boschi, che il ruolo di Casellati lo ha svolto durante il governo Renzi, è incredula:

«A me pare surreale che la maggioranza presenti quattro emendamenti dopo trattative tutte autoreferenziali, addirittura discussi tra i leader dei loro partiti, e il giorno dopo la ministra Casellati annunci che potrebbero già cambiare un'altra volta. Come si dice poche idee e confuse.»

Com'è accaduto un pasticcio del genere? E adesso Italia viva, che non è contraria a prescindere alla riforma, cosa farà?

«Tutti questi passaggi bizantini nelle norme nascondono solo la mancanza di un accordo nella maggioranza. Loro devono portare a casa la bandierina delle riforme prima delle Europee, poco importa a Giorgia Meloni se poi funzioneranno. L'emendamento più importante, la cosiddetta norma antiribaltone, continua a essere un pasticcio. Anzi, addirittura il presidente Marcello Pera, non io, dice che peggiora la riforma che già non funzionava. Il governo non ha il coraggio di scrivere che se un presidente eletto dai cittadini viene sfiduciato, si torna al voto. Punto. Così invece minano la stabilità degli esecutivi e mortificano la scelta degli elettori con il paradosso di sancire "il diritto di imboscata" in Parlamento.»

Boschi è convinta che le riforme mostrino bene il rapporto complicato che c'è tra Lega e FdI:

 «La loro mancanza di fiducia reciproca si traduce in norme che sembrano scritte per provare a fregarsi a vicenda. Ma quando si mette mano alla Costituzione non si può pensare alla prossima scadenza elettorale perché il prezzo sarebbe altissimo. Il governo ha imposto tempi serratissimi per la discussione in commissione perché hanno le europee alle porte, ma non sanno cosa fare.»

Anche Italia viva comunque ha presentato i suoi emendamenti: in linea di principio non è contraria al premierato.

«Se le forze di maggioranza smettono di litigare tra loro e cominciano a fare un lavoro serio sul merito noi ci siamo, con le nostre proposte. Siamo stati i primi a proporre il sindaco d’Italia figuriamoci se non siamo d'accordo con il premierato, ma il governo ha scritto una riforma che non funziona. Inoltre c'è un grande assente nel loro progetto: il bicameralismo perfetto. Credere che si possa disegnare un sistema migliore puntando solo sulla stabilità degli esecutivi, senza mettere mano al funzionamento del Parlamento è un errore. Meloni continua a proporre riformine a metà. Noi abbiamo proposto un modello chiaro: i cittadini eleggono il presidente del Consiglio, se questi viene meno per qualsiasi ragione, i cittadini scelgono il successore. E il premier deve poter almeno scegliere i ministri e revocarli. II modello è quello del sindaco.»

Intanto un pezzo di opposizione è contrario tout court alla riforma, fa bene Meloni ad andare avanti lo stesso?

«Le riforme si possono fare anche a maggioranza, per carità. Il punto è che bisognerebbe almeno provarci a scriverle insieme alle opposizioni. Noi nel 2014 lavorammo per mesi a un testo condiviso e votato da Forza Italia e addirittura dalla Lega, all'inizio. Meloni nemmeno tenta di trovare un accordo con le opposizioni, anche perché le divisioni principali le ha dentro alla sua maggioranza. Non dimentichiamo che una delle prime voci critiche è stata quella di Gianni Letta.»

Boschi, da ministra delle riforme del governo Renzi, con un tentativo di cambiamento ci si è già scontrata, allora non andò benissimo, che suggerimenti darebbe alla Premier?

«Non mi permetto di dare suggerimenti. Il percorso da qui al referendum è ancora lungo però deve avere i numeri in Parlamento, ma soprattutto non è detto che il consenso che crede di avere oggi sarà lo stesso tra un anno o due. Pensa che le sparatorie senza responsabili a Capodanno, i treni fermati a richiesta a Ciampino dai ministri, le tasse che aumentano, gli stipendi che invece restano fermi non conteranno?».