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Boschi: Le regole le hanno dettate loro Matteo si è messo da parte con umiltà

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L'intervista a Maria Elena Boschi per "Il Corriere della Sera" 

Maria Elena Boschi, dunque è divorzio tra Italia viva e Carlo Calenda?

«Così pare anche se per tutti noi è stato un fulmine a ciel sereno. Nessuno si capacita del perché Calenda abbia cambiato idea, all’improvviso. Le garantisco che ieri mattina anche i colleghi di Azione erano stupiti. Spero che la saggezza prevalga: il progetto del Terzo polo serve al Paese. Chi lo farà saltare si prende una bella responsabilità».

Veramente Calenda sostiene che tutto rischia di saltare perché voi non volete scogliere Italia viva. È così?

«Se si fa il congresso per il partito unico, Azione e Italia viva si sciolgono. Se si fa la federazione no. Ma anziché parlare di statuti, parliamo di politica per favore: contenuti, idee, sogni. Non lamentele ogni giorno e cavilli vari».

Comunque tra Renzi e Calenda non sembra correre più buon sangue. Il leader di Italia viva, per esempio, ha avvertito Calenda solo a cose fatte della sua decisione di dirigere «Il Riformista».

 «Non è così. E peraltro i tweet di Calenda che si congratula con Renzi, tutto entusiasta, li abbiamo visti tutti. Aggiunga: è stato Calenda a chiedere a Renzi di fare un passo indietro. Adesso che lo ha fatto di cosa possono accusarlo? La verità è che questa scelta di Carlo non convince nemmeno i suoi perché è priva di motivazioni. Spero sinceramente ci ripensi. Anche sui territori stiamo lavorando per un partito unico e far saltare tutto sarebbe incomprensibile».

Ma è vero che al congresso volevate portare una candi- datura alternativa a quella di Calenda?

«L’ho letto sui giornali come lei perché tra di noi non ne ha parlato nessuno. È an- che prematuro deciderlo adesso. Tuttavia, è chiaro che se si fa la federazione, senza congresso, allora ha senso restare come siamo con Calenda presidente. Se invece vogliamo fare un congresso democratico dal basso, come chiede Azione, è fisiologico che qualcuno voglia candidarsi. Non so se avverrà, ma se chiami il congresso poi non ti devi stupire che ci siano candidature alternative. Non si può dire che vogliamo un partito aperto, inclusivo e poi pretendere che nessuno si candidi al congresso».

Boschi, se anche non doveste divorziare, il timing a questo punto cambierebbe per quel che riguarda il congresso che dovrebbe dare vita al nuovo partito?

«Per noi non cambia nulla. Le regole le ha dettate Calenda, a noi va bene giocare con quelle. Purché sia un gioco li- bero e democratico. Noi sia- mo pronti a partire».

Non è forse anche un problema di due ego non troppo misurati?

«Renzi stavolta non c’entra niente. Si è messo da parte con umiltà, caratteristica che pure non è la più renziana. Ma oltre che fargli fare un passo indietro cosa puoi chiedere a Renzi? Calenda deve mettersi d’accordo su che cosa vuole: se è il congresso democratico, lo avrà. Se vuole una federazione, l’avrà. Se vuole far saltare tutto, nessuno potrà fermarlo. Ma agli occhi degli elettori il responsabile sarà soltanto lui».