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Boschi: "Da Dario proposta lucida ma è necessario il proporzionale"

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Intervista a Maria Elena Boschi per «Repubblica» del 25-01-2025

di Serena Riformato

ROMA - «Dario è una delle menti più lucide del panorama attuale». Per Maria Elena Boschi, deputata di Italia viva, l'idea lanciata da Dario Franceschini - separati si vince - ha un pregio evidente: «Offre una via d'uscita tattica a un problema politico: la divisione della sinistra»

Quindi l'ex segretario dem ha ragione?

«Mi sembra che il suo sia un modo per dire: se ci fosse il proporzionale, potremmo vincere senza allearci prima e Giorgia Meloni non farebbe la premier. Ha ragione da vendere».

Franceschini lo suggerisce anche con questa legge elettorale. Si può andare divisi pur accordandosi sui collegi uninominali?

«È tecnicamente impossibile. La proposta di Franceschini sta in piedi solo con il proporzionale. Col Rosatellum o ci si mette d'accordo nel centrosinistra o vince Meloni».

Bisogna rinunciare a un patto che definisca il comune denominatore di una possibile coalizione di governo?

«Per chi, come me, ha approvato una riforma istituzionale basata sul principio del bipolarismo, il proporzionale è una sofferenza personale. Io vorrei il Sindaco d'Italia. Ma oggi abbiamo un governo ipocrita e indecente, come abbiamo visto nel caso del criminale libico e della figuraccia di Salvini sui treni: mandarlo a casa è un dovere».

La destra vi direbbe che non riuscite nemmeno a fare un'alleanza elettorale, figuriamoci governare il Paese.

«La destra è divisa su tutto. Ma è più pragmatica della sinistra: quando c'è da dividersi il potere si mettono d'accordo».

Da qualche mese Matteo Renzi ripete: "Si vince soltanto mettendosi insieme". Non vale più?

«Vale oggi più di prima. E bisognerebbe avere il coraggio di dire grazie a Renzi e IV per aver capito - prima di altri - lo scenario. Ma il disegno del centrosinistra di cui parla Renzi è legato a un sistema maggioritario. Il percorso di Franceschini è invece connesso al sogno proporzionale. Entrambi vogliono evitare che al governo ci siano persone come Delmastro o Salvini».

L'ex ministro della Cultura incoraggia un partito moderato che rubi i voti a FI. Non era quello che avreste dovuto fare voi?

«È quello che stiamo facendo noi. Diamo voce nel centrosinistra a chi è per il Jobs Act, vuole abbassare le tasse, parla di sussidiarietà e terzo settore, al mondo cattolico, ai garantisti. Il centro siamo noi di fronte a un Pd meno riformista.

Franceschini chiede a Renzi e Calenda di essere "generosi".

«Renzi ha già offerto la sua disponibilità a dare una mano e mi pare sia uno dei pochi a fare una opposizione seria senza chiedere nulla in cambio. Di Calenda non parlo, ha distrutto il Terzo polo».

E se i forzisti raccogliessero il suggerimento di fare da ago della bilancia?

«Forza Italia ne avrebbe tutto l'interesse. Ma Tajani non ha coraggio per accettare. Un sistema proporzionale con le preferenze interessa alla classe dirigente territoriale forzista, a cominciare dai ras di voti del Sud. E potrebbe interessare alla famiglia Berlusconi che su questi temi è molto più capace e innovativa di Tajani».