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Boschi: "Ho lasciato un Pd grillizzato"

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La deputata: alla Leopolda porte aperte a tutti, anche a chi è nel Pd E non esclude che il nuovo partito partecipi alla sfida per il dopo Rossi
Intervista di Paolo Ceccarelli, Corriere Fiorentino, 13 ottobre 2019

«Una lista di Italia Viva alle Regionali toscane? Lo decideremo con il candidato governatore, una volta individuato». Maria Elena Boschi lascia la porta aperta alla partecipazione del movimento lanciato da Matteo Renzi alle elezioni toscane del prossimo anno.

L'ex ministra delle Riforme ha appena partecipato al battesimo romano di Italia Viva: al cinema Adriano sono arrivate duecento persone, sala piena, ma a lei non basta. «La prossima volta una sala come questa deve essere troppo piccola per noi», ha detto durante l'iniziativa romana. Boschi è convinta che la Leopolda in programma da venerdì a domenica a Firenze «sarà la più bella e partecipata di sempre». E invita gli ex compagni di strada del Pd a non temere i diktat degli zingarettiani sulla partecipazione alla kermesse renziana, perché «le porte della Leopolda sono sempre aperte per chiunque voglia venire a darci una mano».

Onorevole Boschi, lei è stata una delle autrici delle riforme costituzionali proposte dal governo Renzi e avversate a tutto campo dai Cinque Stelle. Che effetto le ha fatto votare il taglio dei parlamentari con loro?
«Anche nella nostra riforma costituzionale avevamo proposto la riduzione del numero dei parlamentari, per cui per me non c'è stato nessun imbarazzo a votarla ora. Però il taglio dei parlamentari, da solo, non servirà a rendere più efficiente il parlamento, meno caotico il rapporto tra Stato e Regioni o più stabili i governi. Per questo mi auguro che sia una ripartenza per progetti più ambiziosi, c'è un accordo nella maggioranza che va in questa direzione».

Con la riduzione dei parlamentari, un deputato o un senatore dovranno rappresentare molti più cittadini rispetto ad oggi. Non c'è il rischio che il solco tra società e politica si allarghi, invece che diminuire?
«Il solco si colma soprattutto se i politici sono credibili e risolvono i problemi di ogni giorno dei cittadini quando siedono in Parlamento, a cominciare dall'evitare che aumenti l'Iva. Per scongiurare il rischio però che un eletto rappresenti un numero troppo ampio di cittadini, c'è una sola strada: correggere la legge elettorale».

Ecco, ma quante possibilità ci sono che questo Parlamento metta davvero mano alla legge elettorale e ai regolamenti di Camera e Senato?
«C'è un impegno sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza a presentare una proposta di legge elettorale entro dicembre e mettere mano da subito ai regolamenti parlamentari. Sono convinta che sarà rispettato. Penso che dovremo confrontarci anche con le opposizioni perché bisogna cercare di scrivere insieme le regole nel modo più condiviso possibile».

Nel Pd e anche tra i Cinque Stelle non sono pochi i fautori di una legge elettorale maggioritaria, che di fatto danneggerebbe Italia Viva. Teme una convergenza antirenziana?
«Italia Viva ha ottenuto che ci fosse un impegno per garantire nella legge elettorale delle norme anti-discriminatorie per favorire la partecipazione delle donne, come abbiamo fatto anche con l'Italicum e il Rosatellum. Discuteremo dei vari modelli possibili per assicurare la rappresentatività. Penso che sarebbe sbagliato pensare di utilizzare la legge elettorale contro qualcuno. Il rischio è che sperando di fare danno a Renzi, si faccia un regalo a Salvini».

Non è un po' paradossale che Renzi e i renziani siano passati dalla convinzione che «la sera delle elezioni è giusto sapere chi governerà» alla creazione dell'ennesimo partito?
«Non abbiamo cambiato idea: siamo stati noi a proporre una riforma costituzionale e una legge elettorale, l'Italicum, per permettere ai cittadini di scegliere con il voto chi li avrebbe governati. Siamo stati noi a impegnarci per delle regole nuove che consentissero di conoscere chi avrebbe guidato il Paese la sera delle elezioni. Gli altri partiti hanno fatto una battaglia per il no al referendum. Non è certo colpa nostra se oggi questo è il quadro politico».

La decima Leopolda arriva in una fase di grandi sconvolgimenti: a Firenze rilancerete le riforme che vi stanno a cuore? Partendo da quale?
«Nessuno sconvolgimento. Semplicemente oggi c'è una nuova forza politica, Italia Viva, che sta conquistando la fiducia degli italiani. La Leopolda, come sempre, sarà anzitutto un grande laboratorio di idee: parleremo di tanti temi e lanceremo nuove proposte. Di sicuro presenteremo il nostro family act per le famiglie, un grande piano di investimenti e un progetto strategico per la sostenibilità ambientale. Come ogni anno ascolteremo le proposte che arriveranno dalle tantissime persone che saranno a Firenze il prossimo weekend. Del resto molte idee che oggi sono legge, dalla lotta all'evasione fiscale con la fatturazione elettronica all'omicidio stradale, sono nate alla Leopolda».

Al governo ci sono Pd e Cinque Stelle, Salvini è all'opposizione, voi avete fondato un nuovo partito. Cosa cambia per la Toscana?
«Nell'immediato niente. Non abbiamo certo creato un nuovo partito per far cadere le giunte guidate dal Pd, ma per fare proposte che parlino alla gente».

In Emilia-Romagna è molto probabile una lista di Italia Viva in appoggio a Bonaccia. Può succedere anche alle Regionali in Toscana, magari se davvero il candidato governatore sarà Giani?
«Non sappiamo ancora se ci sarà una nostra lista in Emilia Romagna, decideremo con il candidato Bonaccini. Lo stesso faremo in Toscana una volta individuato il candidato».

Nel Pd, anche quello toscano, si guarda con un mix di agitazione e diffidenza alla Leopolda. Se la sente di invitare i suoi vecchi compagni di partito a partecipare?
«Tutti gli anni qualcuno ha avuto paura della Leopolda cercando di boicottarla e tutti gli anni non ha portato molto bene a chi lo ha fatto. I numeri della Leopolda sono sempre cresciuti, quest'anno sarà la più bella e partecipata di sempre. E come sempre le porte della Leopolda sono aperte per chiunque voglia venire a darci una mano».

Tra i Democratici c'è anche chi — e sono i fedelissimi del segretario Zingaretti — vorrebbe una dichiarazione di fedeltà dai renziani rimasti nel partito, specie ora che ci avviciniamo alle Regionali. Che ne pensa?
«Nel nostro Pd non si facevano firmare penali e non si alzavano le tasse. Quelli erano i grillini. Ora il Pd fa sottoscrivere penali ed è disponibile ad alzare liva. Anche per questo, sono convinta di aver fatto la scelta giusta a lasciare il Pd e contribuire alla nascita di Italia Viva».