Intervista a Maria Elena Boschi per «La Repubblica» del 30-03-2024
Di Matteo Pucciarelli
MILANO — Maria Elena Boschi è convinta che la lista per gli Stati Uniti d'Europa possa superare il 4%, e anche con agilità.
L'accordo tra Iv, +Europa, radicali e socialisti è quasi pronto. Sembra però più che altro funzionale a superare il quorum, senza progettualità politica.
«Come ha detto Emma Bonino, questa è una lista di scopo per le Europee. Ed è giusto così perché chi vota per noi toglie seggi ai sovranisti, a Meloni, Salvini e Conte. Ma gli Stati Uniti d'Europa hanno anche una grande progettualità. L'Europa ha bisogno di politica di fronte al caos mondiale. Di ritrovare coraggio. Abbiamo bisogno di un'Europa che non sia un museo del suo passato, ma incubatrice dei sogni dei nostri figli».
Con i socialisti, ad esempio, pensando al conflitto in Medioriente, c'è una forte divergenza di opinioni. In quale gruppo andranno gli eletti?
«Non vedo divisioni. Esercito europeo, superamento del diritto di veto per evitare che gli Orbán blocchino il sogno europeo, più diplomazia. Gli eletti decideranno dove andare visto che nessuno può imporlo prima per le regole europee. Per me la delegazione italiana di Renew Europe diventerà la seconda più importante dopo i francesi. E il mio sogno è che diventiamo decisivi per portare Bonino alla presidenza del Parlamento o Draghi alla presidenza della commissione».
+Europa alla fine ci starà tutta?
«Già c'è. Bonino, Magi e Della Vedova sono tra coloro che più hanno creduto in questo progetto. Se poi qualche dirigente di +Europa ha dei dubbi, Bonino ha già chiarito che il loro partito non è un carcere».
Bonino in passato è stata molto critica con Renzi, gli elettori capiranno?
«All'assemblea di +Europa Renzi è stato accolto con affetto e il suo intervento con una standing ovation. Il tema non si pone, c'è una condivisione dei valori europeisti e una sintonia sulle proposte. Saremo una sorpresa, eleggeremo come minimo sei parlamentari».
In percentuale quanto sarebbe?
«Il 5-6%. Ma possiamo superare il 7,8% del Terzo Polo nel 2022».
Però manca Calenda, non è un gap per voi?
«Lo abbiamo invitato subito lavorare insieme per questo progetto, ma ha sempre rifiutato di sedersi al tavolo con Renzi e ha risposto con insulti personali. Noi non abbiamo mai replicato alle offese, né messo veti su di lui. E non cominceremo a farlo adesso. Lui insulta, noi facciamo politica. Lui vive di rancori personali, noi costruiamo speranza».
Quanto tempo ha a disposizione per cambiare idea, eventualmente?
«Entro il 20 aprile bisogna depositare il simbolo. Calenda cambia idea spesso, credo lo farà anche stavolta».
C'è polemica attorno al nome di Totò Cuffaro, col quale avete fatto un accordo.
«Da quanto ne so Cuffaro non ha mai neanche chiesto di essere candidato. Siccome l'idea Stati Uniti d'Europa è vincente, allora veniamo attaccati con polemiche sulle persone. Polvere che sarà spazzata via appena saranno composte le liste».
Lui non si candida ma la sua Dc sì?
«Non ci sarà il simbolo di nessuna Dc, ma la tradizione cattolica e popolare darà un grande contributo a questo progetto: io stessa vengo da quella esperienza. Tanti elettori democristiani voteranno questa lista, non ho dubbi. Noi abbiamo iniziato a fare politica col mito di De Gasperi e Adenauer, +Europa viene dalla tradizione federalista di Spinelli e Marco Pannella. Casomai è Pizzarotti che è cresciuto con Beppe Grillo e i no euro, semmai è lui fuori posto».
Lei si candiderà?
«Preferisco di no, chi corre alle Europee deve restare in Europa il giorno dopo. E io in questa fase della mia vita continuerò a restare a Roma, ma darò una mano come tutti».