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Boschi: Carlo è leader grazie a noi, non capisco perché si lamenta

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L'intervista a Maria Elena Boschi per "La Stampa" di Alessandro di Matteo

Il progetto del partito unico di centro deve andare avanti, Carlo Calenda non può «lamentarsi» e dovrebbe anzi ricordare di essere diventato ministro «grazie a Renzi». Maria Elena Boschi definisce «inspiegabili» le critiche di Azione e rilancia: «Si faccia il congresso e vediamo chi raccoglie il consenso degli iscritti».

Ma tra Iv e Azione è tutto uno scambio di veline e veleni. Calenda vi accusa di fare «polemiche da cortile». Non serve un chiarimento? Sicura che il progetto sia ancora in piedi con questo clima?

«Nessuno di noi ha fatto pole-mica. Stamani Richetti e altri dirigenti di Azione hanno aperto una discussione inspiegabile. Si faccia il congresso e in quella sede vediamo chi raccoglie il consenso degli iscritti».

 

È evidente che il problema è il ruolo di Renzi. Ufficialmente fa un passo di lato, ma è presidente Iv e da direttore del Riformista avrà una tribuna quotidiana. Il leader di Azione deve rassegnarsi ad accettare un Terzo polo con una doppia leadership?

«Ancora Renzi? Francamente non vedo cosa possiamo rinfacciare a Renzi. Calenda gli ha chiesto di fare un passo indietro, lui lo ha fatto. Quanto al Riformista, conservo i tweet entusiasti di Calenda. Penso che Carlo non possa cambiare idea una volta al giorno. Renzi ha fatto un passo indietro, va solo ringraziato».

Guidare un giornale non è un modo per tenersi le mani libere e giocare comunque un ruolo da protagonista?

«Renzi fa politica. Quando parla in Senato lo ascoltano. Quando pubblica un libro lo leggono. Quando va in un teatro lo riempie. Quando decide di mandare a casa Conte o di portare Draghi fa politica. Calenda è diventato ministro grazie a Renzi, ha ottenutoi galloni daleader grazie alla generosità di Italia Viva, non vedo per cosa possa lamentarsi».

Lei conferma il calendario che prevede il congresso in autunno? Siete disposti a sciogliere Iv per dar vita al partito unico?

«Ci siamo impegnati per un congresso democratico che parta dal basso. Vediamo chi lo vincerà. Anche se io avrei preferito fare prima la federazione e dopo il congresso, nella seconda metà del 2024, dopole Europee. Calenda ha preteso di anticipare e dunque anticipiamo. Prima si faccia il congresso democratico e poi si sciolgano i partiti. In democrazia funziona così».

Ci saranno candidati alternativi a Calenda per la guida del partito unico? È possibile una sua candidatura?

«lo sto bene dove sto, grazie. Che poi altri si possano candidare non sono in grado di escluderlo: ma se si vuole un congresso non si può aver paura della democrazia interna».

Le condizioni di salute di Berlusconi potrebbero impedire gli di continuare ad avere un ruolo da leader di Forza Ita-lia. Si chiude un'era, come ha detto Calenda? Pensate di parlare a quell'elettorato?

«Non ho apprezzato le parole di Carlo in quel momento per un fatto innanzitutto di stile. E del resto la reazione di Forza Italia lo ha dimostrato. Quanto all'elettorato di Forza Ita-lia: io faccio i miei più cari auguri a Silvio Berlusconi. Sono convinta che tornerà a darci filo da torcere, come sempre, più di sempre. Chi ne parla al passato gli manca di rispetto».

Le Regionali sono andate ma-le. L'elettorato resta ancorato allo schema bipolare o è il Terzo polo che non va, così com'è?

«Alle Regionali lo schema bipolare è purtroppo insuperabile. Diverso sarà il dato delle Europee dove la lista "Renew Eu-rope" può fare molto bene.
Certo, a condizione di non fare polemica tra di noi come sta facendo inspiegabilmente Richetti. Il mio è un appello: basta discussioni miopi e sterili, lavoriamo insieme al grande partito riformista di cui questo Paese ha bisogno».

Quindi conferma che alle Europee ci sarà un partito unico del Terzo polo? L'obiettivo resta quello di andare sopra al 10%?

«Lo spero. Chi distrugge il lavoro sul partito unico si prende una grande responsabilità. Possiamo incidere in Europa a condizione di smettere di fare
polemica a Roma».