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Boschi: "Avanti con la riforma ma la gestione pubblica non è stata impeccabile"

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Intervista di Carlo Bertini, "la Stampa", 3 aprile 2020.

«È interessante che sia Orlando che Crimi aprano una discussione su tema del Titolo V come fattore problematico nella gestione istituzionale del Paese. Il tempo è galantuomo». Maria Elena Boschi, presidente dei deputati Iv, si compiace della volontà degli alleati di procedere su quello che era stato uno dei cavalli di battaglia della sua riforma costituzionale bocciata al referendum. «Ma ora la priorità deve essere affrontare l'emergenza. E se in molti si sono convinti che la "clausola di supremazia" che noi avevamo proposto nel 2016 avrebbe reso più efficace e più efficiente la risposta dello Stato, è vero che anche la gestione centrale non sembra essere stata impeccabile. Le strutture centrali come Consip, Inps, Aifa hanno gestito in modo perfetto la crisi? Lo vedremo quando tutto sarà finito. Oggi presentiamo alla Camera la nostra proposta, ma se ne discuterà finita l'emergenza».

Per la riapertura del paese, come si procederà? Ogni regione in ordine sparso?
«Mi sembra che dopo l'iniziativa presa nei giorni scorsi da Italia Viva si stia finalmente pensando a come riaprire. Gradualmente, in sicurezza, con tutte le protezioni del caso specie per i lavoratori: ma bisogna riaprire piano piano. Con la chiusura totale perdiamo dieci miliardi a settimana. Con il Covid bisogna convivere, purtroppo. Per questo serve un maggiore coordinamento tra Stato e Regioni altrimenti rischiamo che a pagare il prezzo di questa confusione siano solo i cittadini e le imprese».

Come pensa si debba fare?
«Partiamo dallo screening di massa, con tamponi e test sierologici per capire chi ha sviluppato gli anticorpi, come cercano di fare in Veneto o in Toscana e come sta facendo la Germania, che ha un numero di morti decisamente inferiore al nostro: 700 anziché 13.000. Ovviamente per riaprire le aziende ci vogliono protezioni per i lavoratori, la distanza di sicurezza, le mascherine, tutti strumenti che saranno la normalità per molto tempo».

Giusta la cifra annunciata da Gualtieri per dare liquidità alle imprese e le modalità scelte per erogarle?
«Se diamo liquidità tornerà anche la fiducia. La nostra proposta è quella di dare a tutte le piccole e medie aziende e alle partite IVA il 20-25% del fatturato dello scorso anno come prestito da restituire in 10 anni senza interessi, dal 2022. Per farlo occorre la garanzia statale alle banche come immaginata in molti altri Paesi. Le banche dovrebbero impegnarsi a contenere l'istruttoria tecnica in massimo 3-4 giorni. Se c'è liquidità riparte tutto».

Gualtieri è stato accusato di aver penalizzato gli autonomi: come vanno risarciti?
«Il ministro Gualtieri sta fronteggiando una situazione difficile e nessuno ha la bacchetta magica. Tuttavia, dobbiamo fare passi in avanti per le partite Iva, insieme. Non solo innalzare la soglia dei 600 euro, ma estendere a imprese individuali e professionisti il credito di imposta per pagare gli affitti, responsabilizzare le casse previdenziali e soprattutto immaginare misure che incidano sulla pressione fiscale. Poi se la Pubblica amministrazione pagasse subito i propri debiti, già sarebbe un piccolo sollievo».

Pensate sia necessaria una volta superata la crisi sanitaria, un'unità nazionale e un governo di larghe intese?
«Non vedo nessuno interessato a capire come sarà composto il prossimo Governo. Noi tutti insieme stiamo cercando di dare una mano a questo governo per affrontare l'emergenza. Le polemiche politiche lasciamole in quarantena».