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Borghi: Quanto cinismo nell`inutile passerella, riapriamo il parlamento

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L'intervista a Enrico Borghi per "Repubblica"

Senatore Enrico Borghi, era un flop annunciato?

«Destra e sinistra hanno giocato, con una buona dose di cinismo visto che si parla di povertà, una partita di posizionamento dentro una inutile passerella mediatici - risponde il parlamentare di Italia Viva, ex Pd, ora capogruppo del Terzo Polo al Senato - Lo sanno tutti che 14 miliardi per finanziare la proposta Conte-Landini non ci sono. Quindi diventa tutto tattica. A destra per sterilizzare le tensioni, a sinistra per affermare la teoria del campo largo. Noi diciamo: anziché cercare spazi nei tg, aprite il Parlamento, discutiamo di salario minimo e della proposta Cisl di partecipazione agli utili dei lavoratori, a prima firma Renzi».

Iv non ha firmato il testo del campo largo. Ma così non si è indebolito il fronte dell`opposizione, visto che già la maggioranza fa muro?

«Ci sono due opposizioni. Quella del campo largo, che inneggia alla spesa pubblica a debito, si accredita le patrimoniali sulle banche e rincorre il consociativismo. E poi la nostra, riformista. Che contrasta nel merito il governo e che pensa che modernizzando il Paese si creino le ragioni per la giustizia sociale e la lotta alla povertà».

Renzi il salario minimo lo proponeva nel 2017, addirittura fino a 10 euro l`ora. Oggi cosa non vi convince del testo delle minoranze?

«Ci sono tanti modi di fare il salario minimo: non ci convince un impianto dirigista che rischia di aumentare la pressione fiscale e ridurre la contrattazione, è un meccanismo che ha in sé il rischio del lavoro nero».

Schlein su questo sembra essere riuscita, per ora, a compattare tutte le opposizioni tranne Iv. È una rottura alla possibilità di qualsiasi alleanza col Pd in futuro?

«Noi siamo il centro riformista, distante dai sovranisti e dai populisti. In Italia la sinistra modello "Fronte Popolare" si è sempre e solo assicurata l`opposizione. Qualora riscoprisse il riformismo, ritroverebbe la sintonia col Paese. La scelta sta a loro».

Calenda ha detto che i gruppi del Terzo Polo sono praticamente già sciolti, ma che lui non può lasciare perché c`è il suo cognome nel logo... Per tagliar corto, quando divorziate?

«I gruppi sono strumenti operativi di una volontà politica. La nostra è creare la casa di tutti i riformismi italiani alle Europee. Si chiama politica. E si fa con chi ci sta e chi ci crede».