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Borghi sullo scoop del ‘Corrispondente’: “Putin ha inviato un ‘pizzino’ all’Italia. Rischio interferenze nel voto alle Europee, basta ambiguità”

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L'intervista ad Enrico Borghi per La Repubblica del 23-02-2024

di Giuliano Foschini

Il senatore di Italia Viva e membro del Copasir: “Vedo troppi imbarazzi, sia nella maggioranza sia nell’opposizione. Serve chiarezza sul rapporto del nostro Paese con la Russia”

Enrico Borghi, senatore di Italia Viva e membro del Copasir, è stato in questi ultimi anni la (sola, alle volte) voce a occuparsi di sicurezza nazionale nel centrosinistra: uscito dal Partito democratico, nessuno in una segreteria così affollata, ha preso quella delega. Sostiene che non sia un bene.

“Vedo troppa sottovalutazione e imbarazzi, sia nella maggioranza sia nell’opposizione, su argomenti sui quali invece dovrebbe esserci chiarezza e nessuna ambiguità”.

A cosa fa riferimento?

“Una cosa su tutte: il rapporto del nostro Paese con la Russia. L’Unione europea ha appena approvato una risoluzione sull’interferenza russa nei processi democratici dell’Unione. Ecco. È il caso che lo approfondiamo anche noi che siamo un Paese particolarmente aggredibile”.

Perché dice questo?

“Non lo dico io. Ma il Capo di stato maggiore, Giuseppe Cavo Dragone, prossimo vertice del comando militare Nato. Qualche giorno fa ha denunciato che è in corso una intensificazione della strategia di disinformazione russa perché sperano di approfittare delle prossime elezioni europee. Ecco, davvero il governo Meloni intende non occuparsi di questa questione?".

Perché parla di imbarazzi nella maggioranza e nell’opposizione?

“Perché guardo quello che sta accadendo. Putin ci ha inviato un “pizzino”, dicendo di sentirsi a casa nel nostro Paese proprio mentre il vice premier, unico leader europeo, metteva in dubbio la responsabilità del governo russo nell’omicidio Navalny. E ancora. La storia raccontata da Repubblica de Il Corrispondente, questo sito sconosciuto che ha firmato lo scoop mondiale sulla morte in Spagna di Maxim Kuzminov è inquietante e va immediatamente approfondita. Così come non possiamo farci delle domande su Vannacci. Nel suo libro ci sono tutti i software della propaganda russa, dalla lotta all’immigrazione all’esaltazione della qualità della vita a Mosca, fino alla battaglia contro le politiche green. Casualmente gli stessi argomenti utilizzati dalla studentessa italiana Irene Cecchini nella sua domanda a Putin. Ma davvero vogliamo pensare che sia tutto un caso?».

Che bisogna fare quindi?

“Approfondire, non restare soltanto in superficie. Ed essere chiari sulla posta che c’è in gioco: qui nessuno vuole mettere in discussione la libertà di espressione, ci mancherebbe. Ma dobbiamo difenderci da un Paese straniero, la Russia, che vuole inquinare la nostra democrazia. Questo vale per l’Italia ma per il resto di tutto il mondo occidentale. Ovunque se ne discute e si cercano contromisure. Da noi, invece, sembra non interessi a nessuno. Forse perché a qualcuno non conviene?”.