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Borghi: In gioco la sicurezza nazionale si evoca il tintinnar di sciabole

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L'intervista a Enrico Borghi per la Stampa

di Francesco Olivo

Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e membro del Copasir, appena ha saputo dell'inchiesta della procura di Perugia ha chiesto di intervenire in Aula: «Chiedo al governo una informativa. Se questa vicenda fosse vera, risulterebbe questione di particolare gravità perché lederebbe una serie di prerogative, di tutele e di garanzie costituzionali».

A Palazzo Madama sono piovuti applausi persino dal gruppo del Pd che Borghi ha lasciato per approdare tra le fila renziane.

Borghi, cosa la colpisce dell' inchiesta di Perugia?

«Colpisce che si ipotizzi una attività di dossieraggio ai danni di livelli istituzionali costituzionali da parte di altri corpi dello Stato, e che tutto questo nasca dalla denuncia di un ministro importante come il titolare della Difesa».

Crede che si tratti di una questione di sicurezza nazionale?

«Lo è, per evidenti motivi».

Ci sono troppi dati in giro?

«Serve una grande operazione verità. Per assecondare l'antipolitica si è varata una norma che fa diventare "operazione sospetta" ogni versamento a un partito superiore a 500 euro, e si diventa "persone esposte politicamente" con segnalazione alla Banca d'Italia se si superano i 15.000 euro di movimentazione bancaria. Tradotto: siamo tutti - per definizione di legge- sospettati. E quindi i nostri dati vengono processati. Non si capisce bene come. E talvolta finiscono sui giornali, dando vita al consueto corto circuito finalizzato ad indebolire la politica. E con essa, la democrazia e la libertà dei cittadini».

Lei ha chiesto un'informativa al governo, perché?

«Il ministro Crosetto ha dichiarato che si voleva condizionare la formazione del governo. È un'accusa pesantissima, che ci riporta alla stagione del tintinnar di sciabole se fosse vera. Chi e perché avrebbe voluto condizionare la formazione del governo? È vero, come dice Crosetto, che corpi dello Stato si sono mostrati infedeli? Tutte queste cose devono essere chiarite».

La normativa sulle segnalazioni di operazioni sospette va rivista?

«A mio giudizio si, perché rischiamo tra l'altro di distrarre preziose energie dal controllo delle cose vere. Penso sia più utile monitorare i soldi dei russi in giro per l'Italia che i bonifici dei parlamentari con cui si pagano gli stipendi dei funzionari di partito».

Il Copasir dovrà occuparsi di questa vicenda?

«Posso dirle che l'attenzione del comitato di cui faccio parte è costante su ogni vicenda che attiene alla sicurezza nazionale».

Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso dice di aver subito violazioni alla mail durante la sua -presidenza, c'è una questione di autonomia della politica?

«Elemento in più che rafforza ciò che ho detto. Penso che alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale sulla corrispondenza elettronica dei parlamentari, i presidenti delle Camere possano valutare un rafforzamento delle garanzie».

Perché lei è intervenuto al Senato?

«Mi ha colpito l'applauso di tutte le forze politiche, e le dichiarazioni di assenso di colleghi sia di maggioranza che di opposizione».

Come si spiega tanto consenso?

«Forse si inizia a capire che aver indebolito le istituzioni rappresentative ha significato l'indebolimento della politica, che viene sfruttato da altri poteri».

È una questione che riguarda solo il centrodestra?

«Come scrisse Hemingway, non chiedere mai per chi suona la campana, perché essa suona per te».