Intervista a Enrico Borghi per «Avvenire» del 02-03-2025
di Matteo Marcelli
Borghi: "Meloni deve venire a riferire alle Camere, no a deleghe in bianco".
Il Capogruppo dei senatori di Italia Viva, Enrico Borghi, ha scritto ieri al presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, perché si faccia portavoce con la premier della richiesta di riferire in Aula su quanto accaduto alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky e sulla strategia italiana per il delicato quadro internazionale che si va delineando.
Borghi, perché è urgente che la premier riferisca?
“Quello che è accaduto non ha precedenti e delinea una rottura dell’ordine internazionale degli ultimi 80 anni o, nella migliore delle ipotesi, una profonda increspatura, che impone una riflessione nella sede naturale del confronto politico. In vista degli imminenti vertici internazionali occorre profilare una posizione italiana che interrompa l'afonia del governo. Non possiamo dare una delega in bianco alla premier e al ministro degli Esteri. Dopodiché Trump fa Trump, facendo quello che aveva detto avrebbe fatto. Per noi, gli Usa che amiamo sono quelli di Jfk, che davanti al muro gridò ‘Ich bin ein Berliner’ (sono un berlinese, ndr) e che oggi direbbe ‘Ich bin ein Ukrainen': Ma Trump non è Kennedy”.
Cosa ne pensa dell'idea di Meloni di un vertice Usa, Ue e alleati?
“Intanto tradisce un grande imbarazzo della premier, spiazzata da Trump. E poi somiglia tanto a una formula magica con cui Meloni vorrebbe salvare la faccia, ma che è vuota da un punto di vista politico. Mentre la premier invoca un accordo non meglio specificato tra Usa e Ue, Trump sta superando la logica delle alleanze aprendo a quella del business, che prelude alla possibilità di fare intese con chiunque. E lo fa immaginando di smembrare l'Ue per trasformarla in uno spazio di mercato. Trump ritiene di poter arrivare a un'operazione da nuovo Congresso di Vienna con Russia e Cina. Su queste basi la proposta di Meloni è campata in aria”.
Salvini sembra aver apprezzato lo stile di Trump, ma Tajani no.
“C'è un'intima contraddizione nel governo, ma esiste da tempo. Tajani è l'epigono del popolarismo europeo che ha alzato un muro contro I’Afd in Germania, che invece Salvini continua a osannare. E c'è pure un elemento di strumentalità: Salvini incalza Meloni da destra dicendo le cose che lei pensa, ma non può dire”.
Andrete alla manifestazione pro Zelensky indetta da Calenda?
“Noi parteciperemo alla grande manifestazione lanciata da Michele Serra, noi abbiamo proposto la data del 15 marzo. Il momento è grave: non servono operazioni velleitarie, utili a mettersi la mostrina del più ideologicamente corretto. Dobbiamo puntare alla più grande rappresentanza possibile non a operazioni di singoli”.