L'intervista a Enrico Borghi per «Today.it» del 22-07-2024
di Fabio Salamida
«Il senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, a Today.it: "Si tratta di un’operazione di potere che permette a chi detiene gli strumenti dell'informazione e della comunicazione di immettere nel sistema globale una mole di notizie, di informazioni, di dati di chi utilizza questo tipo di strumenti».
L’ America sta vivendo un momento senza precedenti nella storia: l'attentato a Donald Trump, il ritiro del presidente Joe Biden dalla corsa per la Casa Bianca, le tante incertezze sulla candidata o sul candidato che dovrà sostituirlo, con Kamala Harris, che sembra la favorita ma con uno scenario che muta di ora in ora. E con il destino del Paese sempre più mano ai grandi investitori, quelli che pagano le campagne elettorali dei candidati e impongono loro la linea politica. È di qualche giorno fa la notizia, riportata dal Wall Street Journal, che Elon Musk, impegnato con le sue diverse aziende in campagne aerospaziali, nelle neurotecnologie, nell’intelligenza artificiale, nelle auto elettriche e nei pannelli fotovoltaici, nei social network e nei trasporti super veloci, nonché seconda persona più ricca del mondo (con un patrimonio stimato al febbraio 2024 in 205,2 miliardi di dollari) donerà al comitato America PAC, creato per appoggiare la campagna presidenziale di Donald Trump, 45 milioni di dollari al mese.
I colossi della rete schierati con il tycoon
America PAC ha ricevuto anche il sostegno di associati del miliardario, tra cui l'investitore tecnologico Joe Lonsdale, Antonio Gracias (ex direttore di Tesla e attuale membro del consiglio di SpaceX), l'investitore Kenneth Howery e i partner di Sequoia Capital, Shaun Maguire e Doug Leone (che aveva pubblicamente condannato Trump dopo gli avvenimenti del 6 gennaio). Con loro, fa sapere Enrico Borghi, senatore di Italia Viva, tramite un messaggio consegnato proprio a X, il social network di proprietà di Musk, i gemelli Vinklevoss, della cui esistenza in molti abbiamo saputo solo dopo The Social Network di David Fincher (sono loro ad aver inventato il social network universitario che poi Mark Zuckerberg chiamerà Facebook) e Marc Andreessen, la persona più influente di tutta la Silicon Valley: è l’ideologo di un tecno-ottimismo radicale che, tra investimenti e speculazioni miliardarie, continua a plasmare il mondo dell’innovazione tecnologica e quindi quello in cui viviamo, che con Ben Horowitz, ha dato vita al fondo d’investimenti Andreessen-Horowitz (oggi noto come a16z), che gestisce asset per un valore di 35 miliardi di dollari ed è tra i principali investitori in settori fortemente speculativi (come le criptovalute o il web3) e altamente strategici come le biotecnologie o l’intelligenza artificiale.
Con il tycoon, insomma, si è già schierata molta della Silicon Valley, quella che detiene una fetta preponderante delle ricchezze di quello che Nick Srnicek ha definito capitalismo digitale (in “Capitalismo digitale. Google, Facebook, Amazon e la nuova economia del web”, LUISS University Press, Roma, 2017), vale a dire "quel tipo di imprese che sempre più fanno affidamento sull’ information technology, sui dati e su internet per il proprio modello di business".
Siamo in un’era, scrive ancora Borghi, "che non ha regole e non è soggetta ad autorità. E questo clima da Far West è l’ideale per chi accumula ricchezze immense e non ne risponde in alcun modo, né in termini fiscali né in termini di responsabilità. Tra Trump e Musk, il secondo è il dominus. Un problema non da poco, per la democrazia di oggi e di domani".
Il Senatore approfondisce il concetto a Today.it: “Il capitalismo digitale impatta direttamente sulla questione essenziale di questi decenni: il tema dell'informazione, intesa sia in termini di comunicazione, di trasmissione del pensiero, dei fatti e delle opinioni, sia in termini di raccolta dei dati che afferiscono a questo tipo di modalità determinata dalla rete”.
Siamo, insomma, in uno scenario che secondo il saggio di Shoshana Zuboff "Capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri" (LUISS University Press, Roma, 2019), è alla base del nuovo ordine economico che sfrutta l'esperienza umana sotto forma di dati come materia prima per pratiche commerciali segrete e alimenta un movimento di potere che impone il proprio dominio sulla società sfidando la democrazia e mettendo a rischio la nostra stessa libertà. “Si tratta di un’operazione di potere - prosegue Borghi - che permette a chi detiene gli strumenti dell'informazione e della comunicazione di immettere nel sistema globale una mole di notizie, di informazioni, di dati di chi utilizza questo tipo di strumenti. E a questo si aggiunge un rischio quasi distopico, in cui la specie umana possa venire re-ingegnerizzata tecnologicamente". […]