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Borghi: Calenda ha scelto la sinistra, emenderemo il premierato

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L'intervista a Enrico Borghi per Avvenire di Marco Iasevoli

Archiviata la «vertenza» dei gruppi parlamentari, Enrico Borghi, presidente dei senatori diItalia viva, prova a dare una «cornice politica» alla separazione con Azione. «La tattica è peggio della cosmesi», spiega il politico piemontese. Come a dire: un obiettivo comune, come poteva essere quello delle Europee del 2024, non giustificava più la «finzione» di un cammino comune tra Renzi e Calenda.

C`è la consapevolezza che questa vicenda ha reso meno credibile l`ipotesi del Terzo polo?

Solo una persona con i paraocchi potrebbe non vederlo. Ma proprio questa considerazione ci spinge a spiegare i motivi politici della separazione.

Ovvero?

Al netto delle questioni di carattere o di leadership, c`è un dato di cui abbiamo preso atto: Azione si accomoda p er tornare a essere lo spin offdel Pd. Si mettono sulla scia del Partito d`Azione, convinto che la sinistra avesse bisogno di un supporto di determinati ambienti. O di Spadolini, che dopo la caduta del muro di Berlino immaginava una grande sinistra con una guida laica. Si sbagliano.

Azione non può "equilibrare" il centrosinistra?

Calenda si illude. Pensa che l`accettazione del campo largo determinerà unpasso indietro delle leadership di Schlein e Conte e un suo passo avanti, ma non accadrà proprio per la natura di queste due leadership, che si inseguono sul terreno del populismo. Azione non diventerà la Margherita del centrosinistra. Quanto accaduto sul salario minimo è stato clamoroso: Calenda ha sposato l`agenda di Landini, che si immagina come nuovo Prodi, anziché l`agenda riformista.

E invece Italia Viva che obiettivo persegue?

Il Terzo polo lavorava per disarticolare questo scontro tra il blocco Meloni/Salvini e il blocco Schlein/Conte. Ora a lavorare per disarticolare questo schema ci siamo solo noi.

Dove pensate di recuperare consenso?

Ci sono due fenomeni in corso. A destra c`è il tentativo di fare in Albania la Guantanamo italiana. Meloni non è la nuova Merkel. E con i risultati di Spagna e Polonia, il suo progetto di spostare l`Ue a destra è stato ammaccato.

Questo giudizio cambia l`approccio di Iv al premierato?

Noi siamo un`opposizione distante dalla destra e distinta dalla sinistra. Sulla riforma costituzionale Melone Schlein già stanno con la testa al referendum. Per noi invece la partita parlamentare è tutta da giocare.

Con quali proposte?

Se il presidente del Consiglio viene eletto, la norma sul secondo premier di legislatura non ha senso. Se cade il premier eletto, si vota. Presenteremo poi un emendamento per dare al premier il potere di nominare e revo care i ministri. Sconsiglierei di mettere la soglia del 55% in Costituzione, ma in generale dico che la legge elettorale deve camminare con la riforma, diversamente sarebbe alto il rischio di trovarsi con un sistema di voto incostituzionale. E chiederemo di cambiare il bicameralismo perfetto, perché altrimenti il tema della fiducia non si risolverà.