giustizia elezioni 2022

Bonifazi: "Riformare il Csm è la priorità, il referendum resta un faro"

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Intervista di Paolo Comi, "il Riformista", 31 agosto 2022.

"Non è accettabile che la carriera di un magistrato non sia determinata dal merito, ma dall'iscrizione a una corrente. E non è pensabile che la magistratura agisca guidata dalle convinzioni politiche e non dal diritto", afferma il senatore di Italia Viva Francesco Bonifazi.

Senatore, il Palamaragate prima e poi gli impegni presi con Bruxelles per il Pnrr hanno rappresentato una occasione irripetibile per riformare la giustizia. È soddisfatto del risultato ottenuto o pensa si potesse fare di più?
No, non sono soddisfatto. La riforma Cartabia è l'unica riforma del governo Draghi su cui ci siamo astenuti. La cosa sorprendente è che in un qualunque Paese democratico che si rispetti, di fronte allo scandalo esploso a seguito del Palamaragate, ci sarebbe stata una reazione fortissima della politica per fare una vera riforma di sistema: invece è stato approvato un pannicello caldo. La riforma Cartabia ha avuto il solo grande merito di superare l'orrore giuridico della riforma Bonafede, senza però toccare le correnti all'interno del Csm.

Cosa fare allora?
In Aula noi di Italia Viva abbiamo condotto una dura battaglia perché si arrivasse al sorteggio dei componenti del Csm: l'unica strada per disarticolare il sistema correntizio.

La magistratura associata ritiene che i problemi di organici negli uffici giudiziari dipenda anche dalla decisione, presa all'epoca dal suo governo, di abbassare drasticamente da 75 a 70 l'età pensionabile delle toghe. Che risponde?
La decisione del governo Renzi fu e resta sacrosanta. Non si risolvono i problemi di organico allungando l'età pensionabile, ma implementandolo con magistrati giovani e appassionati, magari anche limitando il numero spropositato di magistrati collocati fuori ruolo nei ministeri. Sembra che i problemi di organico scompaiano quando c'è da occupare un posto come capo di gabinetto. Fra l'altro, quella riforma parificava semplicemente l'età pensionabile dei magistrati ad altre categorie come i medici e i professori universitari. Ricordo bene le polemiche di allora, come ricordo quando aveva provato ad allungarla Bonafede per salvare il suo amico e ideologo Piercamillo Davigo. Anche pochi mesi fa ci fu un nuovo tentativo di innalzarla a 72 anni a cui ci siamo opposti con durezza. Le regole che riguardano i magistrati devono essere in linea con quelle delle altre categorie, così anche la loro responsabilità nell'esercizio delle loro funzioni.

Il primo provvedimento che andrebbe approvato in tenia di giustizia?
Se devo sceglierne uno, è la riforma del Csm, ma il mio faro è il referendum sulla giustizia dello scorso giugno. Sette milioni di italiani, di cittadini, pur sapendo che il quorum non sarebbe stato raggiunto, hanno deciso di recarsi alle urne per esercitare il loro diritto: un numero enorme. Quei Sì non possono restare inascoltati. Sono un grido di denuncia forte e consapevole che abbiamo il dovere di fare nostro. Il programma del Terzo Polo sulla giustizia è molto netto e orientato al più assoluto garantismo, che in Italia sembra una posizione radicale, ma non rappresenta altro che il rispetto dei principi costituzionali.

Lei è un tributarista. Questo mese il Parlamento, anche con il voto di lv, ha approvato la riforma della giustizia tributaria. Una riforma attesa che però contiene un enorme "conflitto d'interessi", essendo il Mef da cui dipendono i giudici tributari, anche parte nel processo con l'Agenzia delle entrate. FdI ha già fatto sapere che una volta al governo cambierà la legge.
Guardi, lei tocca un tema a me caro conoscendo in prima persona i problemi del processo tributario, quindi la mia visione può differire da alcune decisioni prese. Detto ciò, la sua osservazione è fondata: dovremo prima o poi arrivare a far diventare il giudice tributario un giudice di serie A, il compromesso raggiunto non lo ha consentito. Gli accertamenti tributari hanno un risvolto molto penetrante nella vita delle persone che li subiscono quindi lo Stato deve offrire il massimo della terzierà e della professionalità. Osservo però che FdI ha introdotto una modifica estendendo il concorso per i giudici tributari ai laureati in economia, persone degne e preparate, ma non giudici né giuristi, contribuendo a marcare ancora una volta la distinzione tra giudice ordinario e giudice tributario. Inoltre prima o poi dovrà essere introdotto come mezzo di prova la testimonianza orale.

Non posso non farle una domanda sul carcere. Siamo già a 57 suicidi dall'inizio dell'anno...
Il carcere è tutto da riformare, anche a livello infrastrutturale. Non possiamo avere tutti questi suicidi. Il carcere dovrebbe essere l'ultima ratio e soprattutto dovrebbe essere un ambiente di rieducazione, non disumano e degradante. Invece troppo spesso accade che si abusi della carcerazione preventiva anche per quei reati che non destano particolare allarme sociale e in casi in cui si potrebbero tranquillamente applicare misure non così profondamente restrittive della libertà personale, congestionando inutilmente le carceri. Attenzione poi al tema della mediaticità di alcuni arresti preventivi: si rovinano le vite delle persone per visibilità, trascurando in alcuni casi situazioni dove davvero è in ballo la sicurezza delle persone.