Bonetti: «Un piano per restituire socialità ai giovani, non si educa solo a scuola»

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Estratto dell'intervista di Alberto Gentili alla Ministra Bonetti su "Il Messaggero" del 23 maggio 2021 

Ministra Bonetti, è stato appena approvato il nuovo piano nazionale per l`infanzia e l`adolescenza. Quali novità introduce e come cerca di mitigare e rimediare ai danni della pandemia sui ragazzi?
«Il piano è un patto educativo del Paese nei confronti delle giovani generazioni. Prevede tre linee di azione - educazione, equità ed empowerment - e la sua novità è già nel metodo, perché rimette al centro i bambini e i ragazzi. Con l`Osservatorio per l`infanzia e l`adolescenza abbiamo ascoltato la loro voce con questionari e focus group, dopo che a causa della pandemia questa voce era stata loro tolta. Abbiamo riconosciuto la centralità di tutta l`azione educativa, non solo quella offerta dalla scuola ma anche dal terzo settore. Le parole d`ordine sono concretezza e monitoraggio continuo dei risultati: si fissano obiettivi generali e linee di azione misurabili, a partire dagli asili nido, indicati come livelli essenziali di prestazione. In tutte le comunità, e penso anche ai piccoli comuni, si creeranno spazi per l`educazione non formale: sport, cultura, luoghi di incontro. Con un`attenzione particolare agli adolescenti, che sono stati duramente penalizzati durante la pandemia».

Per equità cosa intendete?
«Vanno rivisti gli strumenti per contrastare la povertà materiale dei nuclei familiari con i minori. Qui ci sono alcuni elementi di diritto, come il tema dell`alimentazione e delle mense scolastiche, così come il diritto alla salute integrale, che copre anche il benessere psicologico. E il diritto di accesso agli strumenti digitali».

E sull`empowerment, la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte?
«In tutti i contesti educativi, ma anche decisionali, è necessario introdurre e ascoltare la voce dei ragazzi. Che non sono "i cittadini di domani": sono cittadini già oggi. Bisogna metterli in condizione di avere consapevolezza di sé, dei propri diritti e delle regole del vivere sociale, a cui possono dare il loro contributo. Bambini e adolescenti devono essere coinvolti direttamente nella co-progettazione delle azioni che li riguardano, come è accaduto appunto per la prima volta con questo Piano nazionale per l`infanzia e l`adolescenza».

Sta per terminare un anno scolastico quasi tutto in dad. Che estate sarà per i ragazzi?
«Le comunità territoriali, il mondo dell`associazionismo, del terzo settore, del volontariato, della cultura e dello sport si stanno organizzando per offrire ai bambini e ai ragazzi occasioni ed esperienze educative - i cosiddetti centri estivi - con un approccio di pieno coinvolgimento. E il mondo dell`educazione non formale chiamato a raccolta: per questo progetto abbiamo stanziato 135 milioni». 

 

Potete trovare l'intervista completa su il Messaggero