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Bonetti: "Si deve partire dall'assegno universale per i figli, se vogliamo abbassare le tasse al ceto medio"

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Estratto dell'intervista di Valentina Conte, "la Repubblica", 27 agosto 2020. 

«Se l'assegno unico e universale è una priorità del governo, come credo, occorre metterlo al centro della riforma fiscale. Le risorse si possono e devono trovare. E un impegno preso davanti al Paese». Elena Bonetti, ministro di Italia Viva per le Pari Opportunità e la Famiglia, non prevede inciampi.

Il ministro Gualtieri sembra mettere le mani avanti. Solo riforme "autofinanziate". È preoccupata? L'assegno unico verrà ridimensionato?
«Non temo, perché il tabellone del voto alla Camera dei 21 luglio, con 452 sì e nessun contrario, parlava chiaro: la famiglia è un tema che unisce. E per la prima volta si riconosce il suo ruolo imprescindibile. La famiglia produce valore sociale, non certo assistenzialismo».

Qui ballano diversi miliardi. Ne mancano almeno 6-7. Se non si può fare deficit, dove si trovano?
«Italia Viva con Luigi Marattin ha presentato un piano di riforma fiscale: 8 mila euro di minimo esente, semplificazione, tre aliquote. Porterebbe minore evasione e maggiore gettito e potremo abbassare le tasse. Poi c'è la lotta all'evasione. Le maggiori entrate saranno assicurate da una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro che il Family Act sostiene».

Ma queste poste riguardano il futuro. Altre fonti?
«Non escludo che questa riforma possa avere un canale di accesso ai fondi europei del Recovery Fund, che d'altro canto si chiama Next Generation Eu. Sto lavorando per verificarlo. L'assegno universale non è un costo, ma un investimento per i figli e per il futuro. Se non fosse possibile, ricordo che il Recovery libera in ogni caso risorse. Molte di queste potranno convergere sull'assegno unico».

Arriverà a gennaio?
«C'è una grande condivisione di tutte le forze politiche. Mi auguro una celere approvazione in Senato della legge delega. Io sono pronta — con i ministri del Lavoro Catalfo e dell'Economia Gualtieri — a scrivere i decreti attuativi in autunno. Ricordiamo che il Family Act è stato il primo provvedimento approvato dal governo dopo la fine del lockdown, l'11 giugno: un segno concreto e significativo per un Paese che aspettava da anni la riforma delle politiche familiari».

Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa su "la Repubblica".