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Bonetti: "Serve più coraggio e progettualità sul dl rilancio”

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L'intervista alla Ministra Bonetti, Agi, 11 maggio 2020.

"Ci siamo trovati di fronte a una situazione tragica, drammatica. Il compito di chi governa è fare il meglio che si può fare per il bene del Paese e ritengo che tutto il governo abbia agito con grande generosità, assumendosi responsabilità di decisioni difficili, prese sempre con senso di coscienza profondissimo. Tuttavia, penso anche che la capacità di avere una progettualità su medio e lungo periodo in alcuni passaggi non sia stata sufficientemente chiara". Così la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, in una intervista all'AGI.

"Ho detto più volte che prima che il 'quando' bisognava stabilire il 'come' ripartire, un governo deve saper anticipare quel che accadrà, non solo rispondere all'oggi. E ora il decreto rilancio che stiamo costruendo avrebbe bisogno di maggiore coraggio e spunto di innovazione e di futuro, con politiche di stabilità: sono queste le due gambe da consolidare in questo decreto", ha sottolineato la Ministra che, poi, si è soffermata su quanto la pandemia ci lascia in eredità. "Ritengo - ha spiegato - che questa pandemia abbia scardinato certezze e regole consolidate e ci imponga, oggi, di cambiare il paradigma sociale di questo Paese: non possiamo proseguire con una idea settorializzata della vita di donne e uomini per la quale o si e' madre o si è lavoratrice, o si è padre o si lavora. In questo ambito, le due sfere dell'esistenza sono interconnesse. Per questo dico che non si può ripartire senza ripensare profondamente il tema delle relazioni familiari e senza favorire la parità di genere in tutti i suoi aspetti”.

"L'eroicità delle donne durante la battaglia alla pandemia - ha aggiunto - deve portarci ad una maggiore armonia tra i tempi della cura della famiglia e quelli del lavoro. La mia impressione è che le misure messe in campo fino a questo momento non abbiano colto la grandezza della sfida che abbiamo davanti. Sui temi della scuola, dell'educazione, dell'innovazione e della ricerca siamo ancora indietro. In questi settori", ha sottolineato la Ministra, "servono grandi investimenti che mettano le donne nella condizione di essere protagoniste del tempo che ci attende. Oggi, per ragioni culturali prima ancora che politiche, siamo ancora convinti che una donna debba scegliere fra lavoro e famiglia, ma una donna che può lavorare e puntare sul futuro è un investimento per tutto il sistema. Guardiamo a quanto succede in Francia, dove a un alto tasso di partecipazione delle donne al mondo del lavoro corrisponde anche la più alta media di figli per donna. È quello il modello. Quando capiremo che i congedi parentali sono non solo una possibilità ma un dovere sociale, sarà un bene per tutti. Non si capisce fino in fondo quanto questa pandemia stia danneggiando le donne. Secondo me è fondamentale il tema della progettualità, dare alle persone la possibilità di programmare il proprio futuro”.

Da qui, per Bonetti, passa anche la crescita economica del Paese: "Sì, è un tema di crescita economica perché una persona che progetta il proprio futuro è una persona che investe in quel futuro. Da questo punto di vista anche l'assegno per i figli è molto importante perché concorre a riaccendere i consumi mese dopo mese. E a questo è legata anche l'importanza della formazione giovanile: uno dei rischi che vediamo oggi è che le ragazze e i ragazzi non si iscrivano alle università a settembre perché sfiduciati".

Legato a questo c'è anche il tema dell'organizzazione del lavoro che, con il lockdown, ha sperimentato forme nuove. "Il tema del lavoro è un tema molto importante, alcune aziende hanno sperimentato che una maggiore armonia del tempo per le lavoratrici e i lavoratori significa maggiore produttività. Il tema, quindi, non è l'orario di lavoro, ma l'organizzazione dei tempi: lo smartworking, quando è fatto bene, diviene elemento di produttività e di guadagno e io ritengo che oggi questo strumento andrebbe defiscalizzato. Credo che questa pandemia abbia messo in luce questo aspetto fondamentale del lavoro”.

Assieme a questo, tuttavia, il lockdown ha riproposto in forme drammatiche la questione della violenza domestica contro le donne, "drammatizzando delle situazioni già di per sé gravi. Abbiamo, per questo, voluto bilanciare la campagna 'Rimani a casa' con una campagna che portasse le vittime di violenza domestica a segnalare i casi. Il messaggio che abbiamo voluto far passare è che queste donne non sono sole e che, anche durante il lockdown, fuori dalla porta di casa c'è una comunità. È stato molto importante il numero unico per le segnalazioni 1522 e anche la App ad esso collegata, assieme a quella messa a disposizione dalla Polizia di Stato. Così, se all'inizio di aprile avevamo notato un calo delle segnalazioni, dopo c'è stato un forte aumento. Un risultato importante, ma non possiamo ancora fermarci. Associata alla violenza fisica, infatti, c'è una piaga altrettanto grave, quella della violenza economica e l'unico modo di sconfiggere questa piaga è dare alle donne una loro dignità economica".

Un altro aspetto della violenza che si scatena soprattutto contro le donne è quello dei social network e del cosiddetto 'hate speech', il linguaggio d'odio in tutte le sue forme, non ultima il body shaming. Una collega di governo della ministra Bonetti, Teresa Bellanova, ne è vittima da quando ha giurato al Quirinale, insediandosi al ministero dell'Agricoltura: "È inaccettabile", ha sottolineato Bonetti: "Il mio è affetto personale a Teresa Bellanova, ma qualunque sia la donna a rimanerne vittima, deve trovare schierato al suo fianco il Paese tutto intero".