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Bonetti: "Premi alle imprese che assumono le donne"

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Intervista di Claudia Voltattorni, "l'Economia" del "Corriere della Sera", 9 marzo 2022.

Giorni fa, a Firenze, una donna di 27 anni durante un colloquio di lavoro ha rivelato di essere incinta. Ed è stata assunta. Ministra Elena Bonetti, possibile che nel 2022 storie come questa ancora stupiscano l'opinione pubblica e diventino una notizia da raccontare?
«Io credo che sia importante riconoscere che questa è una buona notizia perché significa che si sta invertendo la rotta e che la maternità non è più un ostacolo al lavoro, ma, anzi, un valore per il lavoro stesso e anche per il miglioramento dell`azienda e il raggiungimento di migliori risultati. Quando io presentai per la prima volta il Family Act (nel 2019, ndr), sognavo che la maternità non fosse più un ostacolo e diventasse un valore: questa notizia significa che l'obiettivo è più vicino. Ma questo cambiamento va alimentato con scelte e politiche orientate a sostenere e sviluppare sempre di più il lavoro delle donne».

Da poco più di un anno lei è ministra per le Pari opportunità e per la famiglia nel governo Draghi, nel frattempo c'è stata la pandemia e proprio le lavoratrici sono state le principali vittime dell'emergenza: il tasso di occupazione femminile è sceso al 49%, mai così basso dal 2013. Come recuperare il gap?
«La pandemia ha amplificato quella disparità dell`occupazione tra uomo e donna che già era presente nel nostro Paese e che continua ad essere uno dei problemi più radicati. Il governo Draghi ha da subito individuato nell'aumento dell'occupazione femminile uno degli obiettivi da raggiungere, tanto da inserirlo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Durante la pandemia nel 2020 il tasso di occupazione è crollato al 47,3%, ma già nel dicembre 2021 è risalito al 50,5% e non si è mai avuto un dato così alto, il divario con il lavoro maschile è sceso al 17,1%. Questo significa che siamo sulla strada giusta, che le politiche messe in campo dal governo funzionano. Dagli aiuti per le famiglie a partire dall'assegno unico che a fine giugno sarà stato richiesto da tutti i nuclei famigliari, agli incentivi per chi assume lavoratrici e neo mamme, oltre ai 400 milioni per chi investe in imprenditoria femminile e che daranno forte impulso all'economia del Sud: bisogna rendere conveniente assumere donne. La certificazione della parità di genere darà un ulteriore impulso. E sto lavorando affinché venga riconosciuta una premialità alle aziende con la certificazione nell'assegnazione di tutti gli appalti. Ormai tutto il mercato del lavoro sa che investire nell'occupazione femminile è conveniente e porta vantaggi».

Riusciremo ad avere più donne anche ai vertici delle aziende?
«La leadership è uno dei 5 pilastri della nostra Strategia nazionale sulla parità di genere. Stiamo promuovendo tutte le politiche necessarie per l'inserimento e la valorizzazione delle donne nel lavoro, perché sempre più imprese si rendano conto che promuovere la diversità porta risultati migliori in termini di arricchimento e competitività. Ma servono anche percorsi di empowerment e formazione: bisogna dare gli strumenti alle donne per competere alla pari e affrontare percorsi di carriera più qualificati e qualificanti».

Lo smart working aiuta il lavoro delle donne?
«Lo smart working non è uno strumento "per donne", altrimenti si trasformerebbe in uno strumento di discriminazione, è invece un mezzo per tutti per promuovere un lavoro più umano, organizzato per obiettivi e che valorizza le competenze di tutti. La flessibilità può aiutare il lavoro non solo delle donne, ma di tutti».