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Bonetti: "Più fondi per aiutare le vittime, restituiamo fiducia alle donne"

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Intervista di Gigi Di Fiore, "il Mattino", 4 febbraio 2022.

Ministra Bonetti, agli inizi di dicembre, ha annunciato il nuovo disegno di legge del governo sulla violenza contro le donne. Che fine ha fatto?
«È alla cosiddetta "bollinatura" della Ragioneria. Le norme devono essere trasmesse al Senato per avviare la discussione in commissione. un passaggio amministrativo che, per quanto compete al Governo, faremo di tutto per accelerare».

La violenza contro le donne resta una priorità del suo Ministero?
«Certo, e tutto il Governo ha voluto dare seguito alla necessità di dare stabilità a finanziamenti e strumenti per contrastare efficacemente il fenomeno. Un altro strumento sarà, entro lunedì, la pubblicazione di un nuovo bando di finanziamenti per 5 milioni di euro».

A chi è rivolto?
«Alla rete antiviolenza e agli enti impegnati sul territorio a sostegno delle vittime, Si tratta di finanziamenti aggiuntivi, previsti nel nuovo piano strategico nazionale, destinati a sensibilizzare e informare sul tema e a rafforzare nei territori le reti di prevenzione».

Sono fondi in più rispetto a quelli stanziati ogni anno per le stesse strutture?
«Sì. Il nuovo bando si affianca ai finanziamenti annuali che lo Stato assegna alle Regioni per finanziare i centri antiviolenza e le case rifugio, un impegno che abbiamo reso sistemico. Nell'ultima legge di bilancio abbiamo infatti previsto 30 milioni strutturali ogni anno per le attività legate al contrasto della violenza contro le donne. Fondi destinati alla gestione e all'organizzazione dei centri e delle strutture di accoglienza».

Come valuta i dati Istat sull'aumento di denunce di violenze che le donne segnalano al numero 1522?
«I dati registrano un aumento di casi e di questi reati, in controtendenza rispetto alla diminuzione generale dei reati nel periodo della pandemia. Ma va detto che ora le donne denunciano un fenomeno che prima era tenuto nascosto. Quello che dimostrano le chiamate al numero 1522 è l'emersione di una realtà drammatica, con tutti i suoi numeri elevati».

C'è ora più fiducia e meno timore delle donne nel denunciare?
«Sì, ma bisogna andare avanti nel convincere le donne che si può chiedere aiuto, che c'è chi accoglie le loro denunce con sensibilità e professionalità».

Basta la denuncia, o è necessaria anche un'attività educativa di prevenzione?
«L'elemento educativo è fondamentale, con un piano di sinergia tra la scuola, le famiglie, l'Università, che ha un ruolo importante nella formazione delle professionalità in questo settore. Poi, insieme agli strumenti di prevenzione e protezione previsti dal nostro disegno di legge, è essenziale il sostegno economico alle donne che escono dalla violenza».

Un elemento su cui il governo è intervenuto?
«Sì, abbiamo previsto il reddito di libertà, 400 euro mensili per 12 mesi, e il microcredito di libertà. Entrambe le misure aiutano le donne nel raggiungimento di una propria autonomia di vita. Abbiamo poi previsto una provvisionale per anticipare quanto dovuto alle vittime di violenza e agli orfani di femminicidio prima che il procedimento giudiziario sia chiuso».