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Bonetti: "Ora l'assegno universale"

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"la Stampa", 18 febbraio 2020.

I fondi per rassegno universale alle famiglie «si troveranno». Elena Bonetti, scout. cattolica, matematica e renziana, è ministra delle Pari opportunità da cinque mesi. Se c'è qualcuno che avrebbe da perderci dalla fine del governo Conte bis, è anzitutto lei. Ma ammette esplicitamente che il rischio c'è. Tutto dipenderà dall'agenda della maggioranza.

Ministra Bonetti, la maggioranza durerà fino al 2023?
«Lo penso e lo spero. ll Paese ha bisogno di un governo in grado di attuare il Family act, di concentrarsi sulla ripresa economica, lo sblocco dei cantieri, solo per fare alcuni esempi. Però il governo e la legislatura andranno avanti solo se saremo in grado di realizzare interventi significativi. La mera sopravvivenza non serve a nessuno».

Oggi Matteo Renzi ha detto che se il governo cade non si andrà al voto. Voi di Italia Viva siete favorevoli a un governo di larghe intese? O è possibile un nuovo governo con la stessa maggioranza?
«Io sono ministro di questo governo e lavoro perché possa andare avanti, se avrà la forza di fare le cose davvero necessarie per questo Paese. Se al contrario non avverrà, ogni scenario è possibile ma sarà prima di tutto alla saggezza del Presidente della Repubblica che dovremo rivolgerci».

Lei ha preparato un testo di riforma degli aiuti alle famiglie, che però dovrà integrarsi con la proposta di legge Pd. A che punto è il lavoro? O ci saranno due provvedimenti?
«Sto lavorando ad un progetto coordinato di più misure perché vogliamo dare una risposta ad un problema che è strutturalmente multidimensionale: la denatalità, la mancanza di fiducia e di speranza nel futuro delle persone e della collettività. Per questo non basta un sussidio economico. Occorrono misure che vadano ad incentivare la responsabilità educativa, la riorganizzazione dei congedi parentali per madri e padri, incentivi significativi al lavoro e all'imprenditoria femminile, la promozione di percorsi di autonomia per le giovani generazioni. Bisogna quindi approvare il Family Act, dopodiché capire come concretizzarlo, eventualmente utilizzando anche il canale parlamentare della proposta di un assegno. ll quale dovrà avere le caratteristiche dell'universalità e che introduca, per esempio, coefficienti aggiuntivi dal terzo figlio in poi».

L'assegno universale terrà conto delle famiglie che già ricevono il reddito di cittadinanza? Sarà la soluzione alla disparità che lamentano molti esperti fra single e famiglie numerose?
«Le due misure si devono affiancare: in particolare, l'assegno universale si aggiungerà integralmente al reddito di cittadinanza o ad altre forme di sostegno al reddito».

Come finanzierete il piano? La proposta di legge Pd avrebbe assorbito tutte le risorse esistenti ai quali avrebbero dovuto essere aggiunti 6-7 miliardi. È l'ordine di grandezza della sua proposta?
«I fondi si troveranno nella riorganizzazione delle misure, ma bisognerà fare un investimento. Abbiamo già un fondo aggiuntivo di due miliardi di euro, ulteriori risorse dovranno essere trovate nella scelta tra le priorità politiche. Sull'ordine di grandezza bisogna considerare che sarà un lavoro ampio anche sui congedi, la conciliazione vita e lavoro. Occorrerà certamente immaginare una gradualità ma se diciamo che l'investimento nelle famiglie è la nostra priorità, il Tesoro e tutto il governo dovranno farsene carico e attuare scelte che diano ragione di questa priorità».

Su questo provvedimento siete disposti a mettere in discussione la vostra partecipazione al governo?
«Sul Family Act c'è sintonia. È evidente che è il campo in cui personalmente esercito la sensibilità di Italia Viva. Ma ho trovato ad esempio grande collaborazione da parte della collega del Lavoro Catalfo».