Intervista di Giovanna Casadio, "la Repubblica", 6 aprile 2020.
«Non possiamo immaginare mesi e mesi con un blocco come quello di oggi. Pensiamo subito a come organizzare il dopo. La politica deve sapere governare gli eventi, non subirli. Programmiamo ora la ripartenza». Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della Famiglia, 45 anni, renziana, ha un pacchetto di misure concrete che intende sottoporre al governo: si tratta di raddoppiare i giorni di congedo parentale («Se le scuole continueranno a restare chiuse, 15 giorni non bastano più»), nonché prevedere un assegno straordinario per i figli almeno fino a 14 anni già nel prossimo decreto. E per il “dopo”, rendere più conveniente l’assunzione delle donne, prevedendo forme di defiscalizzazione.
Ministra Bonetti, dovremo imparare a convivere con il virus? Quanto ci vorrà per ripartire? Il confinamento fino al 13 aprile non basterà. Si è parlato di prolungarlo almeno al 16 maggio. Anche per lei, come per Matteo Renzi, è troppo lontana quest’ultima data?
«Matteo Renzi ha ragione. Dovremo imparare a convivere con il virus, sì. Però non possiamo immaginare mesi e mesi con un blocco come quello di oggi. Ci saranno relazioni da reinventare: fino a quando non troviamo il vaccino, la tutela della salute pubblica e personale comporterà la necessità di mettere in campo la distanza di sicurezza, di usare dispositivi di protezione individuale, oltre ai test sierologici e alle app per monitorare e ridurre il contagio».
Attendere la seconda metà di maggio per ricominciare è tuttavia lungo?
«Chiariamoci su cosa significa ricominciare. Dobbiamo organizzare un modello di paese diverso proprio per tutelare la salute pubblica nella convivenza con il virus. Non è pensabile il lockdown indeterminato dopo il 13 aprile. Studiamo subito con quali regole, con quale gradualità, con quali dispositivi di sicurezza riprenderemo. Non pensiamoci dopo, pensiamoci ora. E diamo una prospettiva di speranza».
Ma lei cosa proporrà, in concreto, nelle prossime ore?
«Al primo posto l’investimento per le famiglie, con l’assegno universale straordinario per tutti i figli almeno fino a 14 anni. Inoltre l’allungamento dei giorni di congedo parentale. Sono 15 giorni fino ad ora, ma con il prolungamento della chiusura delle scuole, vanno aumentati in proporzione».
L’assegno straordinario per i figli ammonterà nel complesso a 5 miliardi di stanziamento nel decreto di aprile?
«Stiamo facendo i conti. Sono risorse importanti. E sono a debito. Significa che a pagarle saranno i nostri figli. Noi stiamo ipotecando il loro futuro e perciò i nostri figli, bambini e adolescenti, devono essere protagonisti della nostra attenzione politica».
I bambini. C’è stata molta polemica sulla possibilità di attività all’aperto e di gioco, peraltro un tema che sta a cuore a milioni di famiglie. Lei ha anche chiesto il parere del ministro della Salute, Roberto Speranza. Come pensa si affronterà?
«Le polemiche ci sono sempre. Non accadrà che il 14 aprile i bambini torneranno al parco con i coetanei o a giocare a calcetto. Oggi non ho la soluzione, vorrei prima il parere del comitato tecnico scientifico della Protezione civile per dare risposte politiche. Penso che dobbiamo immaginare con quali regole, con quali garanzie di sicurezza, si ricomincia. Quando riapriremo le nostre case, una delle priorità sarà di permettere a bimbi e ragazzi di ricominciare una attività all’aria aperta».
Donne. Proporrà di rendere più conveniente l’assunzione delle donne defiscalizzandola, è così?
«Si. Con una premessa. Ritengo che l’impulso di energie e di risorse non possa che arrivare dal mondo femminile. E per tre motivi: le donne sembrerebbero più resistenti al coronavirus, quindi non è da escludere che la popolazione femminile sia chiamata prima a rimettersi in campo. In secondo luogo, il tipo di competenze della ripartenza sarà multidimensionale, occorreranno capacità di relazioni sociali e lavorative e di cura familiare. E le donne sono allenate a questo. Infine, le donne sono sotto dimensionate sia nella ricerca che sul lavoro, eppure abbiamo visto come siano state protagoniste delle scoperte sul Covid-19. Mi affiderò a un gruppo di donne autorevoli, tra cui Fabiola Gianotti e Ilaria Capua, per mettere in cantiere misure adeguate. Chiederò forme di defiscalizzazione per il lavoro femminile. Ho già aumentato di 5 milioni di euro per il fondo di garanzia per piccole e medie imprese femminili. Servono anche incentivi alla formazione di competenze digitali».