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Bonetti: "Non lasciamo soli i nostri nonni. Sì ai test rapidi prima di vederli"

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Estratto dell'intervista di Maria Rosa Tomasello, "la Stampa", 3 dicembre 2020. 

Famiglie separate dalle frontiere invisibili istituite dai Dpcm. Anziani soli, lontani da figli e nipoti. Numeri contingentati a tavola. Alla vigilia di un Natale inedito, che nemmeno Charles Dickens avrebbe potuto immaginare, Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ripete che è necessario «permettere il ricongiungimento degli affetti più stretti fuori Regione e fuori Comune, pur nel rispetto delle regole di prudenza» evitando assembramenti e grandi riunioni.

«È una questione che Italia Viva sta ponendo con grande forza ai tavoli della maggioranza —ripete Bonetti — perché oltre al tema del contenimento dei contagi c'è quello delle fragilità e delle solitudini, penso in particolare ai nonni».

Ministra, che Natale sarà?
«Un Natale diverso segnato dal dolore per le tante famiglie che hanno perso i propri cari e per le persone ammalate negli ospedali, una situazione che richiede solidarietà e senso di comunità. Ma allo stesso tempo bisogna avvicinare a questa responsabilità una visione di speranza. La discussione è ancora aperta, e noi abbiamo proposto una soluzione che permetta spostamenti in caso di ricongiungimento familiare per andare a trovare i genitori anziani, o nel caso di coppie separate con figli, perché c'è anche un diritto dei bambini».

Il governo sta entrando troppo nella vita delle persone?
«Bisogna accompagnare gli italiani ad avere un atteggiamento responsabile, ma più che regole proibitive utilizzerei indicazioni di prudenza, una soft law, soprattutto perché le famiglie in questi mesi hanno dimostrato grandissimo senso di responsabilità, di tenacia, ma c'è un tema psicologico, di fragilità, di solitudini, di affetti, che bisogna riconoscere. La salute, il lavoro, ma anche la possibilità di avere relazioni».

È contraria anche alla "raccomandazione" sul numero di persone a tavola?
«Io penso che la normativa non debba definire i micro-dettagli: ci sarà sempre una situazione che non potremo normare. Credo si possa consentire il ricongiungimento dando indicazioni di prudenza, dal mantenimento delle distanze all'uso delle mascherine e dei tamponi rapidi prima dell'incontro con le persone care, ma non credo che se a trovare i genitori anziani vanno due persone piuttosto che una cambi molto: mi pare immotivato anche da un punto di vista scientifico, perché se quella persona ha un coniuge ha comunque un contatto stretto che potrebbe essere fonte di contagio. Ricordiamo che l'origine dei focolai di questa estate non sono state le case, ma i luoghi di socialità incontrollata»

Bersaglio sbagliato?
«Il problema non è se si riunisce una famiglia di 6 o 8 persone che sta alle indicazioni, ma evitare che si riuniscano più nuclei familiari».

Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa sul quotidiano "la Stampa".