L'intervento pubblicato dal quotidiano "il Messaggero", 29 ottobre 2020.
In Italia la percentuale di donne che frequenta facoltà scientifiche e informatiche - sul totale degli iscritti in queste discipline - è pari al 36% contro una media europea del 32. Tuttavia. i migliori voti all'università contano poco sul mercato del lavoro. Dopo cinque anni dalla laurea, d tasso di occupazione degli uomini con laurea in questo tipo di corsi (92%) è più elevato di quello delle donne (85%). Un gap notevole anche negli stipendi. I laureati guadagnano il 25% in più delle laureate. Per non parlare delle camere, solo 1 manager Stem su 5 è di donna.
Non c'è più tempo da perdere. Lo raccomanda anche la Commissione Ue nel piano per l'università: servono meno filosofi e più scienziati. Le discipline scientifico-matematiche per Bruxelles sono «fondamentali per guidare la doppia transizione verso un'economia verde e digitale, in un momento di rapida innovazione tecnologica. Va spiegato alle ragazze, sostengono i commissari che il loro futuro è li.
Quello che sta facendo la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti che ha deciso dl investire tre milioni di euro in progetti destinati a far scoprire e appassionare al mondo dei numeri soprattutto bambine e ragazze, dai 4 ai IO anni. «Era una delle proposte della task force femminile "Donne per un Nuovo Rinascimento", va realizzata subito - ha spiegato la ministra - perché tutte siano al passo con le sfide e l lavori di domani, e per superare gli stereotipi e quel pregiudizi secondo cui il mondo delle materie Stem sarebbe esclusivamente per gli uomini. Le disuguaglianze iniziano da piccole, ripartiamo dall'educazione».