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Bonetti: "Isolare i ragazzi è un danno. L'unica soluzione è vaccinare"

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Estratto dell'intervista di Flavia Amabile, "la Stampa", 11 gennaio 2022.

Classi vuote, docenti assenti, Regioni che hanno preferito la Dad, altre che hanno rinviato la riapertura. Virologi e famiglie che sostengono che le scuole non dovevano ripartire. A tutti Elena Bonetti, Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, risponde che, invece, ricominciare in presenza era necessario.

Perché?
«C'è un principio che con il presidente Draghi è diventato una scelta concreta: il nostro Paese non si può permettere di non mettere al centro l'educazione e la salute integrale dei più piccoli con indicazioni e scelte che evitino il contagio ma contestualmente che ne tutelino il diritto all'educazione, alla relazione e anche a una presa in carico della loro cura emotiva e psicologica. La scuola deve continuare il più possibile in presenza con i protocolli di sicurezza che hanno fatto sì che non sia quello un luogo di contagio».

Non è imbarazzante dover ancora ribadire la necessità di mettere la scuola al centro delle scelte di governo dopo due anni di Covid e mentre tanti studenti sono ancora in Dad?
«L'affermazione che la scuola sia una priorità la porto avanti nel governo da due anni e con il governo Draghi ha assunto concretezza. Abbiamo evitato la chiusura, abbiamo promosso una campagna di vaccinazioni che ha permesso di riaprire in sicurezza. E altrettanto abbiamo fatto in occasione di questo rientro dopo le vacanze a dispetto di chi pensa che le scelte più facili siano anche le più giuste. Non lo sono nell'immediato e nemmeno nel lungo periodo, perché privare una generazione di spazi e di relazioni sociali è un danno che non possiamo permettere e che le famiglie non possono permettersi. I congedi Covid ci sono e sono attivi fino al 31 marzo ma la Dad deve essere una misura emergenziale e non può diventare la normalità. Altrimenti si blocca il Paese».

Lei dice che con questo governo la scuola in presenza è diventata una scelta concreta. E con il precedente?
«La voce che Italia Viva ha portato al governo è sempre stata chiara, a partire dalla priorità alla scuola e dalla necessità di una campagna vaccinale che partisse subito. Le soluzioni a cui si era arrivati non le abbiamo ritenute all'altezza».

Dal primo gennaio sono partite le domande per l'assegno unico. Come stanno andando?
«Abbiamo avuto una risposta molto alta da parte delle famiglie, ad oggi 370 mila domande. Evidentemente c'è una grande attesa per uno strumento che introduce per la prima volta un sostegno di carattere economico chiaro e identificabile per tutti, dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni dei figli con un investimento forte di 20 miliardi l'anno (di cui 6 aggiuntivi). Su 7 milioni di famiglie, quasi 5 milioni riceveranno circa 1600 euro in più l'anno, a cui va aggiunto lo sgravio Irpef che aumenta quindi i benefici ottenuti».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa su "la Stampa".