Famiglia pari opportunità

Bonetti: "Insufficienti gli aiuti ai genitori: per le baby sitter bonus più alto"

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Intervista di Federica Scintu, "il Tirreno", 1 maggio 2020.

«Non sono sufficienti le misure». I sostegni le misure alle famiglie per i figli non bastano. È una ministra che parla chiaro, Elena Bonetti. Non sono state sufficienti. E ancora meno lo saranno da lunedì quando l'Italia della produzione riapre. Non a pieno regime: per commercio, artigianato e turismo ci sarà da aspettare ancora. Ma il Paese si rimette in marcia. Eccome. E coi figli a casa, a rimetterci (il posto di lavoro) rischiano di essere soprattutto le donne. Ecco perché la ministra vuole che il bonus baby sitter - 600 euro al mese - diventi una misura fissa nel periodo della crisi. E "flessibile". Che si possa spendere non solo per la tata, ma anche per i servizi educativi, ad esempio.

Ministra, le misure a sostegno della genitorialità risultano al momento tre: 1) bonus baby sitter (600 o 1000 euro per chi lavora in sanità); congedo parentale di 15 giorni retribuito al 50%; aspettativa non retribuita. Oltre a queste misure, giudicate insufficienti dai genitori, ce ne sono altre?
«Ha ragione, sono necessarie ma non sono sufficienti. I congedi parentali straordinari e il bonus baby sitter sono le prime misure che ho proposto per sostenere le famiglie quando si è deciso di chiudere le scuole. Il bonus baby sitter dovrà diventare un bonus per pagare i servizi educativi nei prossimi mesi. I congedi dovranno essere almeno raddoppiati per coprire i giorni passati. Ma è evidente che queste misure non bastano, perché non intervengono a dare quelle prospettive e la solidità che una famiglia deve avere per fare qualsiasi scelta proiettata nel futuro. Bisogna dare servizi educativi e liquidità. È per questo che ho proposto l'assegno mensile straordinario per tutti i figli fino ai 14 anni».

Le parole del ministro dell'Economia, Gualtieri, non lasciano intendere che riuscirete ad andare avanti su questa strada.
«Ho già avuto modo di dirlo: c'è una responsabilità storica sia nell'essere ciechi che nell'essere lungimiranti. Mi auguro che prevalga la lungimiranza».

A che punto è il cosiddetto "decreto bambini"?
«È un'iniziativa parlamentare e abbiamo avuto in questi giorni un primo incontro molto proficuo. Il Parlamento è il luogo del confronto del governo con il Paese e lo trovo fondamentale nel mio lavoro. È anche partito il tavolo che ho convocato per il Piano Infanzia, un lavoro al quale partecipano i miei colleghi ministri: Lucia Azzolina (Istruzione), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Vincenzo Spadafora (Politiche giovanili), la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, e che da subito ho costruito con l'Anci, le Regioni, le Province e la Società Italiana di Pediatria. Nella mia prospettiva, enti locali, terzo settore, associazionismo saranno gli attori fondamentali di una ripartenza a misura di bambino e di famiglie. Perché sarà ripartenza solo se sapremo ricostruire una rete di prossimità tutta al loro servizio».

È preoccupata per i riflessi che questa carenza di servizi alle famiglie potrebbe avere sui livelli occupazionali, soprattutto delle donne?
«Il ritorno al lavoro rischia di acuire le disuguaglianze pre senti anche prima dell'emergenza, con ricadute inevitabili sul lavoro femminile. Questa crisi, però, può e deve essere l'occasione per trasformare il sistema e progettare e costruire un modo diverso di essere Paese, in cui le donne mettano in campo pienamente le proprie energie. In quest'ottica, ho voluto istituire presso il mio ministero una task force di dodici donne con competenze alte e molto trasversali. Per ripartire dalle donne e con le donne».

La scuola gioca, in generale, un ruolo cruciale nell'assetto della famiglia. Lei si è detta a favore della riapertura delle scuole dell'infanzia a maggio: è sempre di questa opinione? Se sì, come pensa che si potrebbe organizzare un rientro in aula in sicurezza?
«L'educazione non è fatto un privato, ma una responsabilità che la nostra comunità intera deve assumersi. Al tavolo del Piano Infanzia stiamo studiando le modalità perché questo avvenga nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, con attività all'aperto per i bimbi e accessi contingentati per piccoli gruppi. Non può trattarsi di un ritorno in aula ma non è l'aula l'elemento fondamentale. È la relazione educativa che dobbiamo garantire come diritto all'educazione per ogni bambino, insieme alla massima tutela della sua salute e quella di tutti».

Come si riesce a coniugare l'estensione del congedo parentale (15 giorni) con la necessità delle aziende di ripartire?
«Con la corresponsabilità e la condivisione nella cura e nell'educazione dei figli. Quindi, con congedi divisi tra madri e padri e con meccanismi premianti per i papà che usufruiscono del congedo. Il voucher baby sitter di 600 euro, previsto a oggi, è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze delle famiglie».

Ci sono novità per quanto riguarda questo sostegno? Sarà aumentato? Sia come importo che come durata?
«Il voucher, nato come una misura una tantum per baby sitter, dovrà essere rinnovato ma anche reso più flessibile rispetto alla forma attuale. A fronte dei molti servizi di cui le famiglie avranno bisogno, sarà utile se le famiglie potranno spenderlo in maniera ampia. E comunque, la mia volontà è che i costi dei servizi educativi non gravino sulle famiglie. Per questo ho stanziato 35 milioni per due bandi rivolti al terzo settore, all'associazionismo, agli enti locali e a tutti i soggetti che si occuperanno di proporre attività per bambini e ragazzi. E dovremo anche sostenere con più risorse gli enti locali».

I centri estivi e gli oratori saranno riaperti? Se sì in quale modo? Seno, avete alternative?
«Certo, i centri estivi e gli oratori devono riattivarsi. In forme nuove e assolutamente compatibili con le esigenze di tutela della salute e di contenimento dell'epidemia, è evidente. Ma la rete educativa ha una lunga e solida tradizione pedagogica e sarà in grado di organizzarsi, con proposte importanti a servizio delle generazioni più giovani. I bandi Educhiamo e Giochiamo raccoglieranno tutta questa ricchezza di proposte».

È previsto un "potenziamento" delle misure per i genitori single?
«Le misure che ho proposto tutte, anche l'assegno - sono centrate sui figli proprio per intercettare tutte le situazioni e esigenze dei genitori, permettendo così a un genitore single di accedere integralmente ai congedi, al voucher e all'assegno. Ma ripeto, c'è una comunità educante che deve venire in soccorso di tutte le famiglie e di tutte le condizioni familiari e organizzarsi come rete di sicurezza perché nessuna famiglia si senta sola o sia in difficoltà. È quello a cui sto lavorando con questa grande convocazione della rete educativa per i mesi che verranno».

Dalle testimonianze che il Tirreno ha raccolto dai genitori, ci segnalano che chi ha assunto una babysitter prima del decreto Cura Italia non ha accesso al bonus babysitter. È così? E se così non fosse, le famiglie ne possono usufruire mantenendo per la babysitter lo stesso orario di lavoro oppure devono aumentare le ore alla tata?
«Attualmente il voucher serve per l'acquisto di servizi di baby sitting per le famiglie. Sia che assumano perla prima volta una babysitter per far fronte all'emergenza scatenata dal coronavirus, sia che l'abbiano già e abbiano necessità di pagare ore aggiuntive per la custodia dei figli. Ma, come le dicevo, il voucher baby sitterdeve essere potenziato e allargato».