Estratto dell'intervista di Simona Rossitto, "il Sole 24 Ore", 25 novembre 2021.
Un pacchetto di norme, cui stanno lavorando le ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini da portare al Consiglio dei Ministri per una maggiore protezione delle donne vittime di violenza che trovano il coraggio di denunciare. Passa anche da qui la risposta del governo, spiega al Sole 24 Ore la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti, alla piaga della violenza e dei femminicidi che non accenna a sanarsi. Ma non c'è solo la protezione delle vittime: occorre anche puntare sull'empowerment delle donne con misure come il reddito di libertà, che va in futuro rafforzato, e il microcredito di libertà che parte da subito.
Oggi la Ministra, in occasione della Giornata internazionale, è attesa al Consiglio europeo per certificare l`impegno dell`Italia nell'attuazione della Convenzione di Istanbul: «L'agenda globale - spiega - non punta solo sulla protezione delle vittime ma sulla promozione della parità e l'empowerment».
La misura del reddito di libertà mette a disposizione un aiuto economico fino a 400 euro al mese per un anno. Non è una cifra troppo esigua?
Il reddito di libertà si innesta nel percorso di ricostruzione di una vita delle donne che sono nella fase di uscita dalla violenza. Donne che spesso non hanno autonomia finanziaria. La misura varata è uno strumento di libertà, non di assistenzialismo. Si tratta di un primo finanziamento di 7 milioni per tre annualità, dobbiamo rafforzarlo negli anni a venire con ulteriori finanziamenti.
A che punto è la misura del microcredito di libertà, fondo di garanzia da tre milioni di euro?
Il microcredito, con copertura totale da parte dello Stato, parte fattivamente adesso. Una misura che fa leva sull'educazione finanziaria e investe sulle donne. Ha finalità di empowerment visto che intende accompagnare la donna nella vita lavorativa fuori dalla violenza.
È stato messo di recente a punto il piano antiviolenza 20212023 atteso da quasi un anno. Manca però il piano operativo, a che punto siamo?
Il piano operativo segue il piano strategico nazionale che ho portato in Consiglio dei ministri e che diventa, e questa è una novità, un impegno strutturale del governo, definendo strategie e obiettivi. Con il piano operativo, che verrà scritto adesso, seguiranno azioni puntuali per passare dalla visione strategica alle azioni concrete. La grande novità è che per la prima volta, anche su questo fronte, prevediamo scelte e risorse strutturali e stabili.
Chi lo desidera può leggere l'intervista completa su "il Sole 24 Ore".