Intervista di Flavia Amabile, "la Stampa" - "il Secolo XIX", 1 aprile 2020.
Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia: dal ministero dell'Interno è arrivata una conferma alla sua richiesta di far uscire bambini e adolescenti.
«Le misure di contenimento sociale andranno avanti molto più a lungo di quello che potevamo sperare perché più a lungo dobbiamo pensare al distanziamento sociale, ma non possiamo pensare di tenere ancora chiusa un'intera generazione».
No alla partita di calcio, sì a una passeggiata?
«Non sarà permessa la partita di pallone perché bisogna evitare il contatto con altri né si prevede di andare a giocare al parco con i compagni ma di un'attività solitaria in esterno per i minori».
Anche gli adolescenti dovranno essere accompagnati?
«La figura dell'adulto in questo caso rappresenta un elemento di sicurezza in modo che si rispetti il distanziamento sociale ma le regole precise verranno definite dal comitato tecnico scientifico. A noi interessa introdurre in modo graduale per tutti i minori un'attività di relazione ma accompagnandoli nella consapevolezza che le uscite non saranno più le stesse di prima ancora per molto tempo».
L'intera società è chiamata a dare un contributo ma sulle famiglie si concentrano molti carichi.
«Le famiglie sono il nucleo che sta garantendo la tenuta sociale del Paese. Ho proposto una misura straordinaria, l'estensione dell'assegno previsto per i nuovi nati nel 2020 a tutti i figli minori di 14 anni. Tutte le misure che stiamo adottando sono un debito che verrà pagato dai nostri figli, quindi abbiamo la responsabilità di investire nel loro futuro. E la famiglia deve essere una delle colonne su cui basare la ripartenza».
Come immagina la ripartenza?
«È necessario programmarla in modo preciso e credo lo si debba fare anche attraverso uno screening sierologico che ci dica se ci sono categorie di contagiati che possono aver maturato una certa immunità, in modo da avere una mappa della parte di società che può tornare in campo prima, in attesa di avere l'immunità di gregge».
A quali categorie pensa?
«Nel mio settore di competenza, l'osservazione empirica del fenomeno mi permette di dire che per tutelare la salute dei nonni va ritardato il rapporto con i nipoti e che quindi devo dare alle famiglie gli strumenti per organizzare una vita diversa da quella precedente, non potendosi inizialmente basare sull'aiuto concreto che finora i nonni hanno rappresentato. Allo stesso tempo bisogna prevedere misure per aiutare la popolazione anziana ad andare avanti e vivere bene».
E nel lavoro?
«Il lavoro femminile può essere una risorsa collettiva da valorizzare. La tenuta biologica delle donne rispetto al virus va considerata opportunamente. Intendo portare ai vari tavoli del governo la proposta di valorizzare il lavoro femminile come risorsa prioritaria da mettere in campo per tutti ma va promosso un serio studio che consolidi le osservazioni empiriche».
A chi intende chiedere questo studio? E in che tempi?
«Sono in contatto con colleghi della ricerca scientifica e accademica e stiamo lavorando anche con il ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi sul tema, in modo da fare una proposta organica. I tempi saranno rapidi. Il ritorno può anche essere migliore è necessario però che avvenga secondo una regia politica molto sapiente, fondata su dati scientifici. E la programmazione deve iniziare adesso».