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Bonetti: "Grazie all'Assegno Unico un vero sguardo sul futuro"

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La notizia pubblicata da "l'Eco di Bergamo", 17 febbraio 2022..

L'Assegno Unico e Universale per le famiglie con figli a carico in vigore da inizio anno è una «riforma epocale del Welfare», dice la ministra Elena Bonetti, ma bisogna fare alla svelta. Ed è la stessa titolare del dicastero delle Pari opportunità e della Famiglia a sollecitare la presentazione delle domande: la norma entra in servizio dal prossimo mese ed è importante chiedere le prestazioni entro giugno per avere gli arretrati da marzo.

Tecnica e filosofia di questa «prima volta» a favore delle famiglie sono state spiegate dalla ministra Bonetti intervenuta in streaming alle Acli di Bergamo, in dialogo con Daniele Rocchetti, Maurizio Bergamini, Valeria Di Gaetano.

I potenziali beneficiari in Italia sono circa 7 milioni di famiglie per ogni figlio dal 7° mese di gravidanza ai 21 anni e finora le richieste sono un milione e 750 mila. L'Assegno Unico sostituisce e semplifica le agevolazioni fin qui operative. Meglio dotarsi anche dell'Isee, l'indicatore che definisce il reddito dei nuclei. Il governo investe 20 miliardi all'anno per i figli, quota mai così alta, con un carico aggiuntivo di 6 miliardi rispetto alle misure precedenti. Un sistema integrato con il Family Act, che significa: sostegno economico ai servizi educativi, riforma dei congedi parentali estesa a tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori in base al principio di parità, spinta all'occupazione femminile, autonomia dei giovani compreso il piano casa e formazione. Nel pacchetto anche il potenziamento degli asili nido: la copertura della domanda, pur migliorata, è solo al 27% e l'obiettivo è il traguardo europeo del 33%.

Per capirci: non si tratta di una legge mirata direttamente sulla povertà, ma volta a favorire la genitorialità e a contrastare la denatalità. Un contesto che fino a ieri ci vedeva al terzultimo posto in Europa davanti solo a Malta e Olanda. Tutto si tiene in questa radicale discontinuità, che segna un cambio di fase positivo e che vedrà impegnati in prima linea anche i corpi intermedi, l'associazionismo e il Terzo Settore, a partire dai Patronati e dalle Acli.

Assegno Universale vuol dire che va a tutti e la quota è modulata sul reddito, quindi è pure progressivo. In definitiva: si va oltre l'emergenza con uno sguardo d'insieme sul futuro. Un approccio riformatore «Si tratta - spiega la ministra - di un approccio riformatore: valorizzazione, investimento e protagonismo delle relazioni familiari e delle famiglie. La novità sta in questo: è una misura intestata ai figli. Le famiglie devono poter contare su una stabilità certa, su un sostegno definibile indipendente dal lavoro dei genitori. Universalità anche in senso verticale e nel tempo, in quanto l'erogazione non è soggetta alle modifiche delle eventuali situazioni diverse che possono accompagnare la vita dei genitori. Noi, come collettività, dobbiamo contribuire alla crescita dei ragazzi come valore sociale e comunitario».

L'iniziativa andrà monitorata per verificarne l'efficacia, comunque quasi 5 dei 7 milioni dei nuclei interessati avranno in media un vantaggio economico annuo di 1.600 euro. Per chi ha l'Isee sotto i 25 mila euro il beneficio medio può arrivare a 2.000-2.500 euro. L'Assegno Unico ha recepito un po' dall'esperienza tedesca (dove esiste già) e da quella francese (dove ci sono più strumenti). Dalla Francia è stato mutuato l'aumento dell`assegno dal 3° figlio e uno ulteriore, forfettario, dal 4°. In realtà si tratta di una specifica «via italiana» per arginare l'inverno demografico e ricomporre un Welfare familiare, archiviandone la frammentazione e interventi temporanei.

Con un dato politico significativo, come ha insistito Elena Bonetti: questa volta si è riusciti a superare il conflitto ideologico, intercettando concretamente i bisogni delle famiglie: «È bastato lavorare prevalentemente su ciò che unisce e non su quel che divide». Del resto il Family Act ha avuto un totale sostegno trasversale, superando il primo passaggio alla Camera senza voti contrari. «Proprio la pandemia - conclude Bonetti - ha insegnato che quella politica antitetica che ha diviso il Paese, esistendo in se stessa proprio come contrapposizione, ha fallito. Abbiamo imparato che i diritti degli uni si compongono anche facendosi carico di quelli degli altri, ottenendo così il diritto della dimensione sociale. Uno stile nuovo, un principio riformatore, una bussola che orienta il dibattito politico verso un'azione per ricomporre. In questo modo il Paese va avanti. Se sappiamo procedere in modo maturo potremo inaugurare, per così dire, una stagione costituente per raccogliere le risposte fondamentali della società. A cominciare da uno sguardo stabile sulle politiche familiari, lavorando sulla connettività sociale e sull'esperienza di comunità».