L'intervento della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, durante le celebrazioni per l'8 marzo 2021, Giornata internazionale dei diritti della donna.
Signor Presidente,
Illustri Autorità qui presenti, Care cittadine e cittadini,
celebriamo questo 8 marzo, Giornata Internazionale della donna, con uno spirito di profonda consapevolezza delle prove che questo tempo difficile ha imposto a tutta la nostra comunità nazionale. Noi donne siamo parte di questa storia. Ne conosciamo tutte le fatiche e i pesi, privati e sociali: li abbiamo portati e continuiamo a farlo, per tutti. È anche la nostra storia ma la storia, spesso, non parla di noi.
Desidero esortare a vivere questa Giornata nel segno della libertà delle donne e dell’eguaglianza. Penso che a legare questi due valori, che sono base della nostra democrazia, sia in fondo la necessità insopprimibile di una responsabilità reciproca, un’alleanza tra generi e generazioni.
L'esigenza di educare al rispetto è la tensione costante verso un vero riconoscimento della persona umana e della sua inviolabile dignità, così come del valore unico e imprescindibile che risiede nella diversità di ciascuno e nella differenza che ci distingue. Oggi, dunque, è un giorno buono per scegliere, ancora più convintamente, di educare.
La ricerca di una effettiva parità è l’opportunità di un bene possibile per tutti, non soltanto per le donne. Un bene comune, al quale vogliamo che le donne possano effettivamente contribuire in condizioni di pari responsabilità con gli uomini. Vogliamo che lo spirito di eguaglianza animi strutturalmente la nostra società, donne e uomini insieme, per un futuro che appartiene a tutti. Proprio oggi darò inizio ai lavori per dotare il nostro Paese del suo primo Piano Strategico Nazionale per la parità di genere, nel quale stabiliremo le direzioni per perseguire e raggiungere l’obiettivo di una vera parità.
Vogliamo che le nostre politiche, tutte le politiche, siano valutate trasversalmente secondo l’impatto di genere: è, questa, la scelta di un metodo che percorriamo pienamente inseriti nel comune cammino europeo e che caratterizza come asse fondamentale la proposta italiana per il Next Generation EU. La transizione ecologica è certamente uno dei punti cardine dello sviluppo. Lo è altrettanto la transizione digitale, in una visione sinergica all’interno della quale il pieno accesso delle donne al mondo del lavoro è e sarà cruciale.
Vogliamo che le donne siano libere di realizzarsi senza dover scegliere tra l’esperienza della maternità e quella lavorativa. Scegliamo infrastrutture sociali, fiscalità, politiche attive di investimento nel lavoro femminile in ogni settore, che davvero portino le lavoratrici al centro dello sviluppo dell’Italia per i prossimi anni. L’imprenditoria delle donne e la formazione nelle materie scientifiche sono due vettori strategici in questa direzione. C’è bisogno di donne nella scienza perché la scienza contribuirà a scrivere il futuro di tutti. Ogni donna, ogni bambina, deve potervi accedere da protagonista, senza preclusioni o timori.
La Costituzione ci chiede di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. L’educazione è azione prioritaria per la rimozione di questi ostacoli, che troppo spesso possiamo riconoscere come radici della violenza di genere.
Abbiamo davanti a noi appuntamenti straordinari: la presidenza del G20, che vedrà il tema dell’empowerment femminile al centro dei lavori ministeriali e del contributo della società civile. In questo percorso, integrazione, approccio multidimensionale, prospettiva, visione di politiche integrate, fanno e faranno la differenza.
Quest’anno ricorre il 75° anniversario dal primo voto delle donne. La piena partecipazione femminile a tutti i livelli e le cariche istituzionali è un traguardo ancora da raggiungere. La parità di genere deve diventare scelta strutturale della politica e abitare stabilmente le istituzioni, che senza il contributo femminile mancano di una prospettiva di umanità invece necessaria.
L’epidemia ha dolorosamente sconvolto molti degli assetti della nostra convivenza, un equilibrio segnato sotto tanti, troppi punti di vista, da condizioni di ineguaglianza. E oggi ci è chiesto il coraggio di ripartire. Non si tratta di tornare a come eravamo prima di questa esperienza ma di vedere, nel tempo inedito che viviamo, una strada nuova e l’opportunità di rigenerare una speranza per il Paese e per le generazioni che verranno. Vogliamo e possiamo farlo, consapevoli che “solo nel punto in cui «volere» e «potere» coincidono, la libertà viene all’esistenza ".
È stato scritto che “l’egualitarismo è una delle grandi molle dello sviluppo storico ”. Da donna di scienza leggo in queste parole una descrizione “fisica” della nostra responsabilità storica, il compito che oggi sta a noi. Quello di liberare l’energia potenziale delle donne, oggi ancora frenata, compressa, inespressa, perché le donne agiscano una forza e attivino i processi storici di sviluppo e di novità di cui abbiamo bisogno. Liberare le energie delle donne, liberare i sogni grandi delle bambine e delle ragazze, i diritti a cui dobbiamo votare ogni sforzo di visione: questo è empowerment, questa è oggi la nostra responsabilità. Una responsabilità per tutti.
Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo indirizzo.