Intervista di Francesco Velluzzi, "la Gazzetta dello Sport", 10 marzo 2021.
Ama chi osa.E per lei - Elena Bonetti, mantovana, diventata juventina per amore del figlio Tommaso - sport significa soprattutto osare. Ma anche educare. Nel caso delle donne in particolare. «È fondamentale per le pari opportunità». Cioè ll ministero che lei ha appena ripreso con la guida Draghi. dopo essersi dimessa nel governo Conte.
Elena Bonetti parla di sport, incuriosita. «In casa se ne guarda eh...». Ma anche con la consapevolezza che lo sport, come attività, serve da volano. Usa spesso la parola empowerment per indicare un processo di crescita basato sulla stima di sé. Diventa serissima quando deve riflettere sulla brutta storia della pallavolista Lara Lugli, citata per danni dal suo club friulano dopo aver annunciato la maternità. «La vicenda colpisce e mi addolora. Italia Viva, il partito di cui faccio parte, ha proposto per la maternità delle atlete un fondo nazionale. C'è nel mondo del lavoro un vecchio retaggio culturale. La maternità va valorizzata e va incentivato il lavoro femminile, è uno dei cardini del Family Act».
Nel suo piano strategico per la parità di genere, annunciato l'8 marzo, lo sport ha spazio?
«Sì, è fondamentale per educare alle pari opportunità. Ha per le ragazze un valore straordinario, aiuta ad avere fiducia in se stesse, a non aver paura di osare, a non aver paura di essere giudicate. E l'elemento femminile può dare creatività. Con Daniela Sbrollini, senatrice che segue lo sport per Italia Viva, insistiamo su un altro aspetto: la relazione positiva che crea con l'incontro della diversità».
Ministra Bonetti, nel primo lockdown si è battuta tanto per l'apertura dei centri estivi per i ragazzi. E lo sport li era una delle attività primarie.
«Credo che l'attività motoria sia un'esperienza educativa straordinaria. E lo dico da mamma, innanzitutto. Aiuta nelle relazioni all'aria aperta. I centri estivi sono stati una grande sfida che sto riprogrammando. Abbiamo investito 195 milioni di risorse aggiuntive in attività di educazione non formale e adesso vogliamo rafforzare il focus sulle attività per gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni. A loro è stato tolto tanto in termini di socialità».
I ragazzi, con le varie chiusure, di sport ne fanno poco. E quel poco sembra quasi uno svago. Non pensa sia il caso di aumentare le ore di educazione fisica, come all'estero?
«È uno dei punti di cui sto discutendo col ministro all'Istruzione, Patrizio Bianchi. L'educazione motoria e la pratica sportiva vanno valorizzate. Lo sport è uno dei principali strumenti educativi di ripartenza»
Lei apprezza lo sport, ma nel primo Cts femminile con 12 donne non c'erano sportive.
«Non era una proposta settoriale. Ma si tratta di donne che ragionano al femminile a 360 gradi».
Un altro dato significativo: non c'è una donna a capo di una federazione sportiva.
«La questione non riguarda solo quel settore. ma la leadership femminile in generale. non viene promossa e liberata. Eppure le donne hanno straordinaria capacità di rilanciare. liberare energia, di essere incisive, anche col linguaggio».
Una, Antonella Bellutti, olimpionica di ciclismo, si candida alla presidenza del Coni contro Giovanni Malagò. Che lei conosce.
«Si. Lui ha dato un imprinting molto forte al mondo sportivo. Parlo pure col presidente Figc. Gravina. di progetti per contrastare la violenza sulle donne».
Il calcio femminile vuole il professionismo nello sport delle donne. È favorevole? «Assolutamente sì. Tutte le professioni possono essere interpretate da tutti».
Siamo passati dall'avere un ministro dello Sport, Spadafora, alla mancanza di un sottosegretario. Che ne pensa?
«Il tema verrà affrontato dal governo. Ma la delega e nelle mani del presidente Draghi ed è una garanzia».
Torniamo al calcio donne: ci ha messo gli occhi pure lei?
«Il Mondiale con l'Italia protagonista e stato la svolta. Il calcio ci sta aiutando a contrastare la violenza contro le dorme. La c.t. azzurra Milena Bettolini mi piace. La invitai come relatrice alla scuola di formazione politica "Meritare l'ltalia" che abbiamo crealo con Matteo Renzi per i giovani. Il nostro partito si fonda sulla parità di genere. La Bertolini ha osato rompere i soffitti di cristallo. Lei e Sara Gaeta osano. Come Vezzali, Pellegrini, Cagnotto: hanno aperto la strada».
La sua cartolina sportiva?
«Sara Simeoni. È il ricordo di bambina. La donna che ha osato votare in alto».
Entriamo in casa sua: due figli. Chiara di 11 anni e Tommaso di 15. E suo marito Davide. Come viene vissuto lo sport?
«Chiara fa danza classica e moderna; Tommaso gioca a basket. guarda tanto sport in tv e conosce pure i calciatori del passato. In famiglia c'è una convinta juventinità. E confesso che. quando sono a casa, la Juve e la Nazionale la guardo pure io».