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Bonetti: Carlo chiarirà con Matteo, ragioniamo su tessere e risorse

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L'intervista a Elena Bonetti per "La Stampa" di Alessandro di Matteo

Elena Bonetti è toccato in queste ore. E' iscritta ad Iv ed è la vice di Carlo Calenda nel comitato politico del Terzo polo, è apprezzata dal leader di Azione ed è lei che ha provato a riallacciare i fili del dialogo. La riunione di ieri sela è stata tesa, dura, le parti erano lontane sui soldi, sulle date dello scioglimento dei partiti, sulla richiesta del Leader di Azione di mettere fine alla Leopolda, ma era finita con l'impegno a rivedersi oggi per cercare una media-zione. All'uscita però Calenda ha attaccato ancora, spiazzando Iv. Eppure, dice Bonetti, «già martedì sera Matteo Renzi, con i parlamentari di Iv, aveva ribadito l'intenzione andare avanti convintamente». Ma a questo punto è da vedere se oggi riusciranno a sedersi di nuovo al tavolo».

Ma a Calenda non lo avevate spiegato? Il leader di Azione ieri, prima e dopo la riunione, ha attaccato duramente.

«Carlo Calenda ha posto temi di natura politica nel rapporto tra lv e Azione. Ha rilevato che i toni di questi giorni sono stati conflittuali, non sono quelli che servono quando si costruisce una casa comune. L'importante è mettersi intorno a un tavolo e trovare un modo per ricomporre tutto attorno a un fine comune. Mi pare che ci sia. È responsabilità del la classe dirigente portarlo avanti. Dobbiamo sostituire questitoni col dialogo necessario per dare al Paese un progetto liberal-democratico».

I vostri alleati accusano Renzi di volersi tenere libero.

«Parlano i fatti. Renzi ha sempre mostrato la volontà di costruire il nuovo soggetto politico, e lo stesso ha fatto Calenda. E c'è tutta una comunità che sta investendo nel sogno di un nuovo soggetto politico. A questa domanda non ci possiamo permettere di non dare una risposta. Non può essere per nessuno il tempo dei tentennamenti, anche se è chiaro che un progetto come il nostro comporta scelte faticose».

Non è che l'esito deludente delle regionali ha creato qualche dubbio nel leader di Iv?

«No, certamente. Di sicuro non a me né a Matteo Renzi. Certo, ogni sconfitta va analizzata per capire gli errori. Ma per noi il progetto è più che mai valido».

Calenda ha un buon rapporto con lei. Crede che si possano ancora far dialogare i due?

«Io ho il ruolo di vice-presidente della federazione, ho cercato di creare le condizioni per costruire questo spazio di dialogo. Con Carlo Calenda si lavora bene, non ci sono mai state frizioni. So che si devono parlare e mi aspetto che lo facciano. Ma c'è un comitato politico che deve animare il processo, questo è il luogo dove si trovano le soluzioni. E quando le cose si puliscono dal rumore di fondo la soluzione si trova».

Ma perché non vi impegnate a sciogliere Iv?

«Costituire un nuovo partito implica che i due partiti di partenza si sciolgano, o confluiscano, la forma giuridica va solo definita. Ovviamente dobbiamo ragionare, per esempio sulle tessere: in che modo gli iscritti di Iv e Azione possono aderire? E in che modo può aderire anche chi non è né di Azione né di Iv? La volontà di sciogliersi c'è nel dire che vogliamo fare un nuovo partito».

C'è anche un problema di soldi. Tenere ipartiti divisi conviene?

«C'è un tema economico, come dare al nuovo soggetto politico le risorse necessarie per partire e al tempo stesso garantire un percorso organizzato di modifica dei punti di partenza. Ma una volta che c'è unavo-lontà politica sono certa che una soluzione si troverà. I punti di contatto sono molti più delle resistenze fisiologiche in una fusione».

Ci saranno altri candidati che sfideranno Calenda?

«Non so. Di certo Calenda ha detto che si candiderà e Renzi ha detto che non lo farà».

Sinceramente, è possibile una convivenza tra due personalità così ingombranti?

«possibile, deve essere possi-bile. La politica è il luogo nel quale ciascuno di noi mette le proprie passioni, ma poi dobbiamo costruire una comunità nella quale le diverse personalità possano trovare il proprio ruolo. Sia Matteo Renzi sia Carlo Calenda, io, tutti, abbiamo dato prova di avere a cuore l'interesse generale, più dei nostri destini. Sono certa che possiamo stare insieme».