Famiglia pari opportunità

Bonetti: "Assegno Unico contro le 'culle vuote' "

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Estratto dell'intervista di Luca Rolandi, "La Voce e Il Tempo", 11 luglio 2021 

 

Culle vuote e prospettive per il Paese, come inquadrare il problema?

"Il tema della denatalità e la scelta della genitorialità, che purtroppo è smepre rimandata nel nostro Paese, come ci dicono i dati, è sintomo  e causa di una situazione di difficoltà e fragilità socio-economica del Paese. Il tema della natalità viene spesso guardato per gli effetti negativi che comporta, ovvero un Paese che non garantisce forze giovani per lo sviluppo della società, che sono quelle che interpretano l'innovazione e le scelte del futuro, è un Paese che non solo non ha la prospettiva di un welfare sostenibile, ma che nemmeno può interpretare quel necessario slancio di rinnovamento che di fatto possa garantire quello che è lo sviluppo per tutta la collettività."

 

Quali sono i motivi e le cause dei dati allarmanti sulla denatalità in Italia?

"Il dato sulla fecondità femminile è preoccupante, il saldo tra nati e morti ha raggiunto una cifra che non si ricorda dall'Unità d'Italia e dai primi rilevamenti statistici in chiave nazionale. La pandemia ha aggravato il fenomeno, infatti nel 2020 si è registrato un saldo pari al dato del 1918. La prima causa di questo fenomeno non è un fattore di egoismo ed individualismo sul quale per molto tempo ci siamo soffermati, ma piuttosto la mancanza di prospettiva per donne e uomini nel nostro Paese. La scelta della genitorialità è una scelta che colloca irreversibile in una dinamica futuro avendo la garanzia di poterlo abitare. Oggi non potendo programmare il proprio domani diventa molto difficile il tempo delle scelte e delle responsabilità. Un figlio diventa una barriera dietro la quale non si è in grado di vedere e quindi di fatto inibisce ad aprirsi a questa esperienza fondamentale. Rischiamo in questo modo di avere un Paese che vive eternamente nel presente e di fatto condannato a vivere nel proprio passato.

 

Le azioni concrete messe in campo per favorire la natalità?

A questo punto la ripartenza e le ingenti risorse del Pnrr sono da utilizzare nell'ottica di una costruzione di un futuro per le giovani generazioni con azioni concrete per restituire alle donne e agli uomini la possibilità di costruire una famiglia e procreare, dare avvio a nuova vita. Sogni e prospettive che devono tradursi in un progetto concreto di vita. Le politiche familiari e il sostegno della natalità non possono essere affrontate solo con elementi di sussidioma attivati con riforme strutturali e un cambio di mentalità culturale.

 

Quali sono i fondamenti dell'Esecutivo e del suo ministero per invertire la rotta?

Il Governo ha deciso di investire su più fronti, individuando diverse forme di intervento. Il primo è l'Assegno Universale per tutti i figli: le famiglie devono poter contare su un contributo mensile che le aiuti nella gestione ed educazione dei propri figli. Vi è poi il sostegno a tutte le spese sia scolastiche che educative in senso ampio, quindi per sport, musica, teatro, esperienze culturali. Anche per garantire servizi educativi per la prima infanzia e la fascia 0-6 anni su tutto il territorio nazionale.

Gli incentivi al lavoro femminile: abbiamo un basso tasso di natalità ma altrettanto basso è il tasso di occupazione femminile. Dobbiamo lavorare in modo integrato su entrambi. Purtroppo, le donne hanno dovuto scegliere tra essere madri e lavoratrici: intendiamo incentivare l'imprenditorialità femminile, l'assunzione di donne e promuovere percorsi di formazione in particolare per coloro che interrompono il lavoro per la maternità.

E ancora l'aiuto strutturale e continuativo per un processo di autonomizzazione dei giovani, anche per l'acquisto o l'affitto delle prime case.

 

Famiglie, natalità e servizi: il primo grande obiettivo è sicuramente quello educativo e dell'istruzione...

A settembre dobbiamo garantire la riapertura di tutti i servizi, delle scuole per tutte le fasce d'età. Le indicazioni che arrivano dal Comitato tecnico scientifico riprendono i piccoli gruppi per quella fascia d'età: dovessero servire ulteriori risorse, c'è l'intenzione del Governo di trovarle. Anche per i bambini più grandi abbiamo lavorato con Comuni e Regioni per individuare le linee guida per riaprire i centri estivi e le esperienze ludiche. Abbiamo voluto investire 150 milioni: 135 milioni per i centri etivi e gli altri 15 milioni per combattere la povertà educativa. È stato anche pubblicato il bando EduCare da 35 milioni per il sostegno all'educazione non formale rivolto al Terzo Settore, volontariato e scuole, bando che potrà essere prolungato di sei mesi, quindi per progetti anche autunnali. 

Il Family Act prevede permessi retribuiti per colloqui scolastici, la riorganizzazione dei congedi parentali, quindi almeno 10 giorni per i padri, e la necessità di condivisione del carico di cura tra donne e uomini.