Estratto dell'intervista di Maria Teresa Meli, "Corriere della Sera", 18 febbraio 2022.
Ministra Elena Bonetti, in Senato si sta cercando di varare un provvedimento che permetterebbe alle donne di attribuire al figlio il loro cognome.
«Non solo vedo con favore questa scelta del Senato ma la sostengo anche con forza perché per troppo tempo queste questioni sono state relegate ai margini con la scusa che altri temi erano più importanti. Questo tempo delle donne, che viene sempre rimandato, per noi oggi è arrivato. Lo scorso anno in un intervento alla Corte costituzionale, anche facendo riferimento alle sollecitazioni che erano arrivate proprio dalla Consulta, avevo indicato l'urgenza di dare seguito e compimento all'impegno di riportare a una piena parità tra donne e uomini anche la possibilità di dare il cognome ai propri figli. Essendoci più proposte parlamentari già depositate, sostanzialmente simili nell'impostazione, per cui sarà possibile arrivare a un testo unificato, il governo non ha ritenuto di intervenire in prima persona, riconoscendo la sovranità del Parlamento, ma è un provvedimento che seguo con attenzione e continuerò a farlo nell'auspicio che sia approvato nel minor tempo possibile».
Negli altri Paesi europei com'è regolata la materia?
«Ci sono già leggi simili. E c'è una forte spinta a livello europeo su questo e su altri temi che riguardano le strategie per le politiche della parità di genere. Il forte impulso di questi anni alla promozione di un reale protagonismo delle donne si sta affermando come trasversale e l'Italia vuole partecipare in modo attivo a questo processo. Del resto, questo governo ha scelto l'investimento sulle pari opportunità come asse strategico».
Ministra Bonetti, ma quali potrebbero essere in concreto le novità di un simile provvedimento?
«Ci sono delle proposte di legge già depositate che prevedono che con un accordo tra genitori ci sia la possibilità di scegliere di attribuire un solo cognome, quello del padre o della madre, o entrambi i cognomi nell'ordine che si ritiene. Questa libertà di scelta è importante, mentre oggi c'è la prevalenza del cognome maschile».
Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.