Ambiente territori

Bendinelli: "Per il collettore del Garda attingeremo al Recovery Fund"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
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L'intervista pubblicata da "L'Arena", 20 settembre 2021.

Soldi del Recovery Fund per costruire il collettore del lago di Garda. «È un'opera fondamentale per il futuro del nostro comprensorio gardesano e per la quale mi sono impegnato da sempre e continuerò a farlo, spingendo con il Governo affinché si arrivi a finanziarla del tutto. Ne va della vita di questo grande patrimonio naturale, il lago, e di chi ci vive e lavora e ci viene per le vacanze». Davide Bendinelli, 46 anni, albergatore, è deputato di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi. Dal 23 aprile 2021 fa parte della commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera. È sindaco del Comune di Garda, al termine del terzo mandato.

Onorevole Bendinelli, oltre al collettore del Garda, in che cosa si sta impegnando in particolare per il territorio della città e provincia di Verona?
C'è un settore, il turismo, strategico per la nostra provincia, dalla città al lago alla montagna. Guardando al futuro è qui che bisogna concentrare la nostra azione.

Come?
Servono interventi per incentivare le imprese del settore turistico, in ginocchio dopo la pandemia. Quindi sono necessari sgravi fiscali, certo, ma soprattutto investimenti strutturali per ammodernare alberghi e strutture ricettive ormai obsolete, risalenti agli anni '60 e '70, per proiettarle nel futuro. Ma più in generale bisogna rilanciare il nostro territorio veronese, con nuove iniziative di carattere economico, ma non solo.

Agendo dove?
Per il lago di Garda, ma questo vale ovunque, bisogna aumentare e migliorare ancora l'offerta per i turisti, anche dal punto di vista culturale e sportivo, legato anche al Baldo, e poi il pubblico deve sostenere le imprese che operano in questi settori. Puntando a un sempre maggiore collegamento e sinergia tra Verona città e resto della provincia.

Su quali fronti auspica che entro la fine della legislatura, cioè meno di due anni, si centrino risultati?
Anzitutto la riforma della giustizia, indispensabile.

Per quanto riguarda la lotta alla pandemia da Covid, con l'obiettivo della ripresa, dove si deve andare?
Avanti con l'estensione del Green Pass: sono totalmente in linea con l'operato del governo Draghi, che sosteniamo al cento per cento, perché i risultati dell'operato dell'esecutivo si sono visti, ma soprattutto per una ragione.

Vale a dire?
Con Draghi siamo al centro delle scelte, anche in Europa. Prima mai. Penso tra l'altro al tema dell'immigrazione: ora la voce dell'Italia viene ascoltata. Mi auguro, quindi, che il presidente del Consiglio Draghi resti fino al termine della legislatura, per continuare la sua azione positiva, ma anche perché solo con lui il nostro Paese ha stabilità. E questo è un aspetto rilevante.

Si è in qualche modo "pentito" di aver lasciato Forza Italia, il partito in cui militava da 25 anni, e di essere passato a Italia Viva, con Renzi?
Tutt'altro. È una scelta che rifarei ancora, anche se non fu facile, per me. Ma in Italia Viva sto bene e guardando avanti stiamo ragionando per costruire un centro politico riformista, garantista, per puntare alle prossime elezioni con maggiore forza e capacità di attrazione degli elettori.

A proposito di futuro e di appuntamenti elettorali, a parte le amministrative del 3 e 4 ottobre prossimi per le quali lei si ricandida a sindaco di Garda. L'anno prossimo si voterà a Verona per rinnovare l'Amministrazione comunale: come si collocherà il suo partito?
Stiamo valutando come muoverci, ma di certo Verona ha bisogno di una svolta rispetto all'Amministrazione del sindaco Sboarina: la città è ferma. E dobbiamo dire "grazie" anche alla Lega se Verona è in queste condizioni.

Che cosa non le va?
Non ho visto in questi anni opere pubbliche di peso e sul filobus si è fermato tutto e vedremo se mai si farà. E poi c'è un altro punto sul quale la nostra città non ha compiuto un passo avanti.

Qual è?
È inconcepibile che in questi anni il sindaco Sboarina non si sia mosso, anche con Zaia, per far ottenere a Verona lo status di città o area metropolitana. Anche questo sarebbe un modo per far ottenere a Verona finanziamenti rilevanti, appunto per opere pubbliche e per svilupparsi. Ecco perché una svolta è necessaria, per far cambiare passo a Verona e al suo territorio.